Beppe Grillo pubblica sul suo blog il testo della proposta del ‘Parlamento in piazza’ sottoposta ieri a Roma ai suoi parlamentari e votata a larga maggioranza.
TEMPO SCADUTO – “Il tempo è (quasi) scaduto. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti della democrazia”, sostiene Beppe Grillo. Che elenca tutte le iniziative effettuate dal 2007 ad oggi, a partire da ‘Parlamento Pulito’ per poi passare ai referendum sulla libera informazione e alle iniziative odierne sullo stop al finanziamento pubblico. Rivendicando il successo politico: “Ci siamo organizzati quindi in gruppo politico, il M5S, e siamo riusciti senza finanziamenti pubblici, con tutti i media contro, a diventare il primo soggetto politico nel febbraio del 2013”.
DELEGITTIMAZIONE – Beppe Grillo ricorda anche gli attacchi subiti dal Movimento dopo il successo elettorale del 2013: “Da allora nei confronti del M5S c’è stata una guerra senza quartiere mai vista prima in Italia per delegittimarlo, spaccarlo, da parte del Sistema. Pd e Pdl, Napolitano regista, si sono inventati le larghe intese per tagliarci fuori, come due gangster che si spartiscono il territorio pur di non mollare nulla”. Il tutto mentre “più di 160 cittadini incensurati sono entrati in Parlamento. Proposti dal basso da altri cittadini”. Parlamentari il cui lavoro è stato completamente ignorato, “come se non ci fossero. Come se non rappresentassero milioni di elettori. Considerati come cani in chiesa”.
CHE CI RIMANIAMO A FARE? – La situazione attuale, con l’accordo sulle riforme tra PD e Forza Italia, è spunto di ulteriore riflessione per Beppe Grillo. Che sottolinea: “ora assistiamo impotenti, grazie a partiti corrotti e complici, a un Presidente della Repubblica impresentabile e a un condannato in via definitiva. il cui partito è stato fondato con il concorso della mafia allo scempio della democrazia. Nessuna delle nostre istanze è presa in considerazione. Allora, che ci rimaniamo a fare in Parlamento?”
DDL SENATO E POI VIA – Beppe Grillo traccia la strategia futura: “Rimarremo ancora fino a quando sarà possibile cercare di impedire il colpo di Stato con l’eliminazione del Senato elettivo. Dopo, se questi rottamatori della Costituzione non ci lasceranno scelta, ce ne andremo”. E aggiunge: “Meglio uscire e parlare con i cittadini nelle piazze di Roma e d’Italia. Li lasceremo soli a rimestare le loro leggi e usciremo tra i cittadini. Aria fresca”.