Analisi sondaggio EMG per La7 del 2/4/2012

Analisi sondaggio EMG per La7 del 2/4/2012

 

Il sondaggio comparso su la 7 il 2 Aprile ha molto colpito la nostra attenzione per una ragione i non direttamente legata alle percentuali riportati dai partiti.

[ad]Ma andiamo per ordine.

Da un punti di vista delle previsioni di voto per i singoli partiti non sembra cambiare molto.

Il centrosinistra inteso come Pd,Sel e Idv (la foto di Vasto) si attesta sopra il 43% mentre la coalizione di centrodestra formata da Pdl e Lega raggiunge quasi il 36%. Decisivo appare come sempre il Terzo Polo che fa registrare un 15,5%.

INTENZIONI VOTO DI LISTA

02/04/12

FS (Prc-Pdci) 1,80%
Sel 8,00%
Pd 27,20%
Lista Bonino-Pannella 0,60%
Partito Socialista 1,30%
Verdi 1,30%
IDV 8,40%
Mov 5 stelle 4,00%
Udc 7,50%
Api 0,80%
Mpa 0,80%
Fli 3,30%
Pdl 22,70%
Lega Nord 8,20%
La Destra 1,70%
Grande Sud 0,80%
Altri 0,80%

* affluenza stimata 66,3%

In merito alle opposizioni occorre distinguere tra le opposizioni di centrodestra e di centrosinistra.

Infatti mentre Sel e l’Idv appaiono “rinforzati” dal ruolo di oppositori la Lega sembra aver perso quello slancio fatto registrare all’indomani della nascita del governo Monti. In particolare gli ultimi guai giudiziari legati ai rimborsi elettorali non potranno che determinare un trend negativo del partito del Nord. Un trend molto rischioso in prossimità delle prossime scadenze elettorali.

Questi dati tuttavia riflettono una situazione “macro” che analizzata nel dettaglio rivela una realtà molto composita. Proprio le elezioni amministrative stanno mettendo a nudo le fragilità dei partiti a livello territoriale con la nascita di liste come “Forza Como” e simili, che minano l’integrità del Pdl. Ovviamente anche gli altri partiti stanno sperimentando a livello locale situazioni molto critiche e anche il centrosinistra appare in difficoltà laddove il Pd cerca alleanze “diverse” da Vasto ad esempio con il Terzo Polo.

Per non citare la Lega Nord che con la vicenda Verona-Tosi ha palesato la difficoltà di un gruppo dirigente impegnato in una estenuante lotta intestina oltre ai recenti scandali che hanno portato addirittura alle dimissioni di Bossi (questo evento potrebbe cambiare non di poco il quadro politico prossimo venturo).

Le alleanze sono quindi un punto fondamentale per comprendere gli scenari futuri ed è quindi normale che la nota metodologica del sondaggio commissionato da La 7 è forse l’elemento di maggior rilievo di questa rilevazione demoscopica.

Il quesito n 2 (che riproponiamo per intero) infatti, propone all’intervistato la seguente domanda:

SUPPONGA ORA DI ESSERE IN QUESTO MOMENTO NELLA CABINA ELETTORALE PER NUOVE ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI. A PRESCINDERE DALL’EFFETTIVA COMPOSIZIONE DELLE COALIZIONI, PER QUALE DI QUESTI PARTITI PENSA DI POTER VOTARE PER LA CAMERA DEI DEPUTATI.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

Quelle sei parole “a prescindere dall’effettiva composizione delle coalizioni” rappresentano il confine tra la Prima e la Seconda Repubblica. Posta in altri termini è possibile ritenere che un elettore oggi decida di votare per un partito indipendentemente dagli alleati? Un elettore del Pd, ad esempio, rimarrà fedele alla propria formazione indipendente dal fatto che Bersani decida di allearsi con Casini o con Vendola-Di Pietro?

[ad]Naturalmente misurare questa distorsione, da un punto di vista demoscopico è del tutto impossibile. Sono troppe le variabili da considerare e troppo “instabili”; il livello di fedeltà dell’elettorato e la reale tenuta delle coalizioni anche a livello locale sono fattori, ad oggi, imponderabili.

Questo complesso stato di cose dovrebbe comunque suggerirci  una riflessione sistemica che va oltre i dati. L’elemento assolutamente nuovo delle elezioni del 2013 è già evidente e si tratta dell’assenza di un’offerta elettorale definita: chi si allea con chi e contro chi e soprattutto con quali proposte e programmi?

La discussione sulla riforma delle legge elettorale intreccia inevitabilmente questo elemento per cui da un punto di vista demoscopico, prima ancora delle scelte di voto degli elettori, sarebbe utile misurare le disponibilità dell’elettorato a rinunciare all’attuale struttura di competizione fra coalizioni alternative a vantaggio di un sistema caratterizzato da coalizioni post-elettorali da formare in Parlamento.

Gli strumenti di questa ricerca sono da costruire ma la domanda principale, che è il primo passo di ogni ricerca sociale, non può essere semplicemente “tra quale partito….” ma semmai “con che struttura partitica-elettorale si preferisce votare”.

In un certo senso, gli elettori, oggi dovrebbero essere chiamati e decidere le regole del gioco prima ancora che i contendenti.