Non si fermano gli attacchi aerei contro la Striscia di Gaza. Il bilancio delle vittime è ormai giunto a quasi 1200 vittime palestinesi, più di 6000 i feriti, 200mila gli sfollati. Sono 55, invece, le vittime israeliane tra le quali si registrano 2 civili. Oggi i palestinesi uccisi sono stati 100, cifra presumibilmente destinata ad aumentare.
Continua anche il massacro dei bambini di Gaza, la conta ha ormai superato quota 250. Giusto ieri a Shati, nord di Gaza, ne sono morti 8, colpiti da un razzo israeliano mentre giocavano sulla spiaggia. Un altro bambino di 4 anni ha perso la vita a est di Jibayila, sempre nella parte settentrionale della Striscia, a causa dell’artiglieria israeliana.
L’esercito di Tel Aviv ha negato però di essere responsabile delle uccisioni e ha accusato i “terroristi”, ovvero Hamas, di aver compiuto le stragi e, anche se per errore, di “aver colpito il proprio popolo”. L’ufficio stampa dell’esercito ha diffuso delle foto satellitari che ne dimostrerebbero le responsabilità.
Intanto è definitivamente fuori uso l’unica centrale elettrica della Striscia. Tra la scorsa notte e la mattinata di oggi i raid israeliani ne hanno definitivamente compromesso l’utilizzo. La centrale funzionava già da qualche giorno al 20% del potenziale, era già stata seriamente danneggiata da un attacco aereo. Agli abitanti della Striscia assicurava solo un paio d’ore di energia elettrica al giorno.
Hamas sta rispondendo all’uccisione di uno dei suoi leader, Abed Salam Haniyeh, lanciando razzi verso Israele. La maggior parte sono stati intercettati da Iron Dome, lo scudo per la difesa anti-aerea, gli altri hanno colpito zone scarsamente popolate. Non si ha notizia né di morti né di feriti tra i civili. D’altra parte nella notte sono caduti al confine 5 giovani soldati di Tel Aviv investiti dall’esplosione di un missile anticarro.
Iran e Brasile nelle ultime ore hanno fortemente criticato il “massacro” dei palestinesi, anche l’Onu chiede a Tel Aviv di fermarsi e sulla stessa linea, il ministro Mogherini, ha espresso la necessità di spingere entrambe le parti a un cessate-il-fuoco. Nel frattempo aumenta la tensione tra Nethanyahu e gli storici alleati statunitensi che, nella persona del Segretario di Stato Kerry, secondo il primo ministro israeliano starebbero spingendo per una tregua troppo vicina alle posizioni di Hamas.