Gestione Separata Inps: contributi e aliquote. Chi si deve iscrivere
Gestione Separata Inps: contributi e aliquote. Chi si deve iscrivere
Iscrizione Gestione Separata Inps, quando è obbligatoria
Cosa è previsto per le aliquote e i contributi della Gestione separata Inps? Innanzitutto è bene chiarire in cosa consiste la gestione separata Inps. Si tratta di un fondo previdenziale speciale. La finalità di tutelare alcune categorie di lavoratori che non rientrano in alcuna cassa. Quindi serve per garantire ai lavoratori la possibilità di avere accesso a pensionamento, TFR, protezione previdenziale e riconoscimento legale. Aliquote e contributi vengono fissati di anno in anno. E sono necessari per calcolare la pensione. Fanno parte della gestione separata lavoratori autonomi e parasubordinati; i collaboratori a progetto e co.co.co., i professionisti senza ordini e casse private e professionisti con attività non iscrivibile ad altre gestioni, come ingegneri e ad esempio web designer.
Gestione separata Inps, chi è tenuto all’iscrizione
Sono tenuti ad iscriversi i lavoratori autonomi abituali non iscritti presso altri fondi o casse previdenziali. O coloro che non sono tenuti al pagamento della contribuzione in tali fondi in base alle norme dei rispettivi statuti. L’obbligo di assicurazione deve essere sempre adempiuto ed occorre versare i contributi per tutti i redditi percepiti a prescindere dal loro ammontare.
Devono iscriversi anche i lavoratori che svolgono l’attività autonoma solo occasionalmente. In tal caso l’obbligo assicurativo scatta solo nel caso in cui il reddito superi i 5.000 euro annui. Un’altra categoria di lavoratori per la quale è obbligatoria l’iscrizione alla gestione separata è quella costituita dai soggetti che svolgono attività di collaborazione coordinata e continuativa.
Gestione separata Inps, casi specifici
Alcuni esempi? L’amministratore di società o di sindaco o di componente di collegi e commissioni. Diverse disposizioni di legge hanno anche previsto l’iscrizione di particolari attività. Vediamo quali: gli incaricati di vendita a domicilio; gli associati in partecipazione i cui compensi siano qualificati come lavoro autonomo; gli spedizionieri doganali non vincolati da rapporto di impiego (art. 1 legge 230/97); gli studenti e dottorandi titolari di borse di studio e assegni di ricerca o altri compensi erogati dalle Università e/o da scuole di specializzazioni (come i medici in formazione specialistica); i volontari del servizio civile nazionale.
Gestione separata Inps, 20 anni di contributi
La possibilità di iscrizione alla Gestione Separata dipende dalla qualificazione fiscale dei redditi che i soggetti percepiscono. Nella Gestione Separata è previsto un piano pensione a contributi che offre ai lavoratori iscritti una rendita vitalizia reversibile al 60% della somma; versata dagli stessi lavoratori negli anni. La legge 214/2011 del Governo Monti ha stabilito che sono necessari almeno 20 anni di contributi versati per un importo mensile pari almeno a 1,5 volte l’assegno sociale. Invece chi non ha 20 anni di versamenti può andare in pensione a 70 anni, a condizione che abbia versato almeno 5 anni di contributi. Dal primo gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 le donne potranno andare in pensione a 66 anni e 7 mesi e gli uomini a 66 anni e 7 mesi.
Gestione separata Inps, scadenze per versamenti
I lavoratori iscritti alla Gestione Separata versano ogni anno i contributi che sono il 40% del totale per l’anno in corso a giugno e il 40% del totale per l’anno in corso a novembre, alla fine dell’anno poi la somma cumulativa viene poi rivalutata in connessione al PIL. L’accumulo versato dai lavoratori viene rivalutato tramite un coefficiente di conversione aggiornato ogni tre anni. I contributi vengono riuniti in un apposito estratto conto del lavoratore che viene aggiornato nel momento in cui l’INPS riconosce al lavoratore i compensi riferiti ai mesi di copertura. La Gestione Separata prevede che il soggetto iscritto versi i contributi sul reddito percepito.
Gestione separata Inps, il calcolo dei contributi
Come calcolare i contributi da versare alla gestione separata? Per quanto riguarda i collaboratori e simili iscritti in modo esclusivo alla Gestione Separata, l’aliquota contributiva è stata aumentata per il 2018 al 33%. In più, a partire dal primo luglio 2017 collaboratori, assegnisti e dottorandi di ricerca, titolari di uffici di amministrazione, sindaci e revisori, iscritti solamente alla Gestione Separata, non pensionati e privi di partita Iva, hanno un’aliquota contributiva aggiuntiva pari allo 0,51%. Sono inoltre presenti altre aliquote in vigore e sono una dello 0,50% utile per il finanziamento alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare, alla malattia e dello 0,22%.
Per gli altri lavoratori autonomi, titolari di posizione fiscale ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, iscritti esclusivamente alla Gestione Separata, l’aliquota contributiva è del 25%, mentre è pari allo 0,72% per il finanziamento alla maternità, agli assegni per il nucleo familiare, alla malattia, al congedo parentale. Per coloro che sono già pensionati o assicurati presso altre forme previdenziali, l’aliquota è al 24%. Questo vale sia per collaboratori e figure assimilate sia per Liberi professionisti. La divisione del contributo tra collaboratore e committente è definita dalla legge in rispettivamente un terzo e due terzi.
Gestione separata Inps, massimale reddito
I versamenti dei contributi devono essere effettuati dall’azienda committente, che deve effettuare il pagamento entro il 16 del mese successivo a quello di effettivo invio del compenso. Per i liberi professionisti l’onere contributivo è a carico degli stessi. Il massimale di reddito per il 2018 è di 101.427,00 euro, mentre il minimale di reddito è di 15.710.000 euro.
Gestione separata Inps, minimale reddito e cifre
Invece gli iscritti per i quali il calcolo avviene applicando l’aliquota maggiore contribuiranno con un contributo minimo di: 4.040,61 euro, di cui 3.927,50 euro per la pensione, per i liberi professionisti per i quali si applica l’aliquota del 25,72%; 5.297,412 euro di cui 5.184,30 euro per la pensione; per i collaboratori e figure assimilate per i quali si applica l’aliquota al 33,72%; 5.377,533 euro, di cui 5.184,30 euro per la pensione; per i collaboratori e figure assimilate per i quali si applica l’aliquota al 34,23%. Nel caso in cui il minimale non venga raggiunto entro fine anno, verranno accreditati i mesi corrispondenti al contributo versato.