La svolta del Fisco: “Con 730 precompilato niente controlli”
Il ‘Fisco dal volto umano’ potrebbe essere presto realtà. Infatti, dopo l’annuncio del premier Renzi d’introdurre, a partire dal prossimo anno, il modello 730 precompilato, la neo direttrice dell’Agenzia dell’Entrate Rossella Orlandi ha spiegato, in Commissione Finanze al Senato, che “con il nuovo 730 non ci sarà più bisogno di effettuare controlli”. L’ente di via Colombo ha poi specificato che “saranno gli intermediari, come i Caf, a dover conservare le copie della documentazione, su cui verranno effettuati controlli formali”.
“NIENTE PASSI FALSI DAL GOVERNO” – Con la nuova dichiarazione è l’amministrazione finanziaria che diventa obbligata a raccogliere i dati e a elaborarli e rimane al contribuente la facoltà di controllarne l’esattezza e di accettarla o non accettarla”: questo è l’assunto principe della ‘rivoluzione copernicana’ proclamata dalla Orlandi alla presenza dei senatori in Commissione. La numero uno del Fisco italiano ha, però, precisato: “Se cominciamo a cambiare la dichiarazione dei redditi, la precompilata non si fa, se i dati che devono arrivare il 28 febbraio arrivano a maggio (2015 ndr) la precompilata la facciamo a novembre, con conseguenze sul bilancio dello Stato”, dunque niente passi falsi dal ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan.
“IL FISCO VI È AMICO” – La direttrice Orlandi ha, poi, lanciato un appello in difesa dell’Agenzia: “Aiutateci a creare un clima di fiducia – ha detto ai cronisti e ai politici –, perché senza fiducia gli uomini dell’Agenzia non possono lavorare bene e se non lavorano la lotta all’evasione non la faremo mai”. E, sulla polemica delle provvigioni previste per i dipendenti del Fisco, ha replicato: “Sono stanca di polemiche fatte senza approfondimenti, perché così si mette nella testa delle persone che noi siamo pagati a provvigione per far del male ai contribuenti”. Orlandi ha ammesso che “c’è una legge che prevede che se le agenzie raggiungono determinati obiettivi su base di una convenzione con il Mef, viene pagata una somma complessiva come premio incentivante”, ma ha spiegato che “si tratta di un premio che va agli uffici e non al singolo soggetto, ed è un salario accessorio legato a una serie di parametri previsti dalla convenzione, non solo agli incassi né tanto meno a un singolo incasso”.