Mondiali Russia 2018, focus Germania: i campioni in carica raggiungeranno il Brasile?
Mondiali Russia 2018, focus Germania: i campioni in carica raggiungeranno il Brasile?
La Germania come la intendiamo oggi è l’unione avvenuta dopo il 1989 fra la Germania Est e la Germania Ovest.
Rappresenta sicuramente una delle nazionali più vincenti della storia del calcio.
Oltre ai numerosi piazzamenti che sarebbe lungo elencare, ci limiteremo a ricordare le vittorie di entrambe in un unico palmarés.
Mondiali Russia 2018: la grande storia della Germania
19 partecipazioni mondiali con 4 vittorie, 12 partecipazioni ai Campionati Europei con tre vittorie, tre tornei olimpici con due medaglie d’oro.
Per quanto riguarda i Mondiali, come non ricordare la vittoria casalinga del 1974 in finale contro la grande Olanda di Johan Cruijff?
In quel gruppo, oltre che al Kaiser e capitano Franz Anton Beckenbauer, ricordiamo i compagni di squadra Hans Hubert Vogts – detto Berti Vogts – Paul Breitner, Josef Heynckes, detto Jupp, e lo sgraziato ma efficacissimo bomber Gerhard Müller – detto Gerd.
Questi fuoriclasse fecero la fortuna di una squadra che sembrava imbattibile e con uno spirito combattivo che la faceva considerare come calcisticamente immortale: più subivano e più si ricaricavano.
Lo stesso gruppo vinse anche l’Europeo del 1972 entrando di diritto, grazie anche ai numerosi successi dei club tedeschi, nella storia del calcio.
Oltre che da calciatori, dimostrarono la loro grande conoscenza del calcio anche come allenatori, vincendo trofei con la nazionale e con i maggiori club d’Europa.
Mondiali Russia 2018: Germania, l’era post muro
Un’altra data da ricordare è il primo trofeo vinto come Germania unita.
Ad Euro 96 si vide per la prima volta la nazionale della Germania, anche se il sogno di vedere giocatori dell’Est e dell’Ovest nello stesso gruppo rimase solo sulla carta: in quel gruppo infatti, proveniente dalla vecchia DDR, vi era il solo difensore Matthias Sammer.
Nella squadra fu convocato anche Mehmet Scholl, nome di battesimo Mehmet Yüksel, un giovane nato in Germania da genitori di orgine turca e che rappresentò il primo giocatore di seconda generazione che entrava fra le fila della Mannschaft.
Mondiali Russia 2018: il fallimento tedesco del 2000
La vittoria del trofeo aprì però in Germania un lungo periodo di piazzamenti e non di vittorie.
La nuova Germania aveva bisogno di un progetto per rilanciare il calcio nel paese e creare talenti e un gruppo organico per la nazionale.
Il sistema di cui parliamo è quello che fu studiato e messo in atto dopo gli Europei del 2000, che per la Germania furono disastrosi.
Venne eliminata da ultima del proprio girone, dietro a Portogallo, Romania e Inghilterra, dopo che in tre partite non ottenne nemmeno una vittoria.
La Germania si presentò a quell’edizione degli Europei da campione in carica, e con molti dei giocatori che quattro anni prima le avevano permesso di vincere.
Il problema principale fu che quegli stessi giocatori, più vecchi di quattro anni, non garantivano lo stesso rendimento e non c’era ancora nessuno in grado di rimpiazzarli adeguatamente.
La poco entusiasmante situazione della Nazionale tedesca era stata preannunciata da Berti Vogts, l’allenatore con cui vinse gli Europei del 1996.
Prima di lasciare il suo incarico nel 1998, Vogts parlò del mancato ricambio generazionale, e sostenne il bisogno di adottare misure drastiche per cambiare il sistema calcistico tedesco, che ormai sembrava funzionare male e non essere più al passo con i tempi.
Il risultato degli Europei del 2000, alla fine, convinse tutti che fosse necessario fare qualcosa.
Il successo del programma fu sostenuto inizialmente da un finanziamento annuale di 48 milioni di euro, in parte garantiti dalla DFB ma dovuti anche alla stretta collaborazione dei club, il 70 per cento delle 27.000 squadre di calcio tedesche.
Nel corso degli anni, il costo del programma è per giunta aumentato e ora si aggira attorno ai 100 milioni di euro, essendo però riuscito in cambio a dare, in circa 20 anni, nuove generazioni di ottimi giocatori in tutti i reparti, e sopratutto integrando i giovani delle diverse etnie che vivono in Germania.
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Mondiali Russia 2018: l’epopea Löw
Il grande successo degli ultimi anni è dovuto anche all’allenatore, Joachim Löw.
Lo si sente dire anche quando si parla di altre Nazionali, ma per l’organizzazione attuale del calcio tedesco, l’allenatore della Germania è veramente l’uomo che sta all’apice di un sistema e che lo completa.
Più che un allenatore, sarebbe meglio definirlo un selezionatore, cioè colui che come compito principale deve selezionare i giocatori per la Nazionale, dai titolari per i grandi tornei fino alle riserve e ai giovani, a cui vengono fatti disputare partite e tornei minori per testarli e prepararli alla vera e propria Nazionale maggiore.
Oltre alle sue indiscusse capacità dimostrate negli ultimi undici anni, Löw lavora così bene e con questo successo perché tutto il sistema che gli sta dietro funziona alla perfezione, tanto che ora è considerato uno dei migliori modelli da cui prendere spunto.
Il grande successo per il calcio tedesco arrivò dopo circa 15 anni di duro e attento lavoro.
La data che ne consacrò ufficialmente la rinascita è sicuramente l’8 luglio 2014.
Davanti a un mare di tifosi brasiliani nello stadio di Belo Horizonte, in trepidante attesa di raggiugere la finale del Mondiale casalingo, gli uomini di Löw si permisero di battere i padroni di casa con il risultato addirittura di 7-1.
I giovani guerrieri portavano il nome di Manuel Neuer, Mats Hummels, Sami Khedira, Toni Kroos ed il capitano Philipp Lahm, solo per citarne alcuni.
Anche se a dire il vero sarebbe il caso di menzionare i nomi di tutti, visto che ormai quasi tutti i componenti dell’intera rosa tedesca giocano nelle più importanti squadre d’Europa, con palmarés di altissimo livello.
Mondiali Russia 2018: La Germania a questi Mondiali è la favorita
La Germania in Russia porterà alcuni di quegli uomini, come il portiere Manuel Neuer (Bayern Monaco) i difensori Mats Hummels (Bayern Monaco), il centrocampista Toni Kroos (Real Madrid) e l’attaccante Thomas Müller (Bayern Monaco), insieme ad un foltissimo gruppo di giovani di ottimo livello.
Il girone F, in cui i teutonici se la vedranno con Messico, Svezia e Corea del Sud, dovrebbe essere una formalità, e sicuramente l’obiettivo dei ragazzi di Löw sarà almeno la semifinale.
Diventare, eguagliando il Brasile, i nuovi pentacampeão sara un’impresa molto difficile, ma nel ricordo del cammino trionfale del 2014 tutto è comunque possibile.