Mondiali Russia 2018, focus Svizzera: I rossocrociati otterranno un buon risultato?
La Svizzera esordì il 12 febbraio 1905 contro la Francia a Parigi, perdendo 1-0.
Non partecipante ai primi Mondiali di calcio, arrivò nel 1934 ai quarti di finale guidata dal bomber Kielholz, che segnò una doppietta nella vittoria per 3-2 sui Paesi Bassi e che segnò anche nella sconfitta per 3-2 con la Cecoslovacchia.
Stessa sorte quattro anni dopo, quando la Svizzera dovette affrontare la Germania nazista.
Dopo il pareggio di Abegglen al 43′, la partita terminò 1-1 anche ai supplementari: non essendo previsti i rigori, al tempo, il match fu rigiocato e la Svizzera si impose per 4-2 con reti di Walaschek, Bickel e doppietta di Abegglen.
Toccò all’Ungheria regolare la selezione elvetica, vincendo 2-0 ai quarti.
Dopo questo esordio cominciò un lunghissimo periodo fatto di alti e bassi. Da ricordare sicuramente i Mondiali del 1954 che, essendo giocati proprio in Svizzera, videro la squadra di casa qualificata d’ufficio.
Nel girone con Inghilterra, Belgio e Italia, perse con i britannici ma s’impose ben due volte sulla formazione azzurra, una in una gara normale (2-1) e un’altra nello spareggio per il passaggio del turno, con un secco 4-1.
Ai quarti di finale però incontrò la vicina Austria in una partita che diede ragione agli ospiti, finita con un roboante risultato di 7-5.
Dopo questo successo dobbiamo aspettare addirittura fino ad Euro 2016 per rivedere la Svizzera compiere un’impresa e qualificarsi agli ottavi, dove verrà fermata dalla Polonia di Lewandowski e compagni solo ai calci di rigore.
Prima della Seconda Guerra Mondiale possiamo ricordare il bomber Leopold Kielholz che portò la compagine rossocrociata per ben due volte ai quarti di finale di un Mondiale, nelle già citate edizioni del 1934 e del 1938.
Dopodiché ci fu un lungo periodo durante il quale si alternarono buoni giocatori in ruoli differenti.
Il centrocampista centrale Ciriaco Sforza, vincitore nelle sue due esperienze a Monaco prima della Coppa Uefa nel 1995 e poi della Champions League nel 2000-2001; l’attaccante Stéphane Chapuisat , vera e propria macchina da gol con le sue quasi 300 marcature fra nazionale e squadre di club, in particolar modo durante i suoi trascorsi al Borussia Dortmund, club con cui vinse la Champions League nel 1997.
Come poter scordarsi poi dell’eccentrico portiere Marco Pascolo? L’estremo difensore elvetico divenne infatti celebre per un’esternazione durante il suo periodo a Cagliari, in cui disse testualmente che «Il calcio è il mio hobby: faccio l’elettricista perché solo di pallone in Svizzera non puoi vivere. Non mi piacciono i divi, nemmeno nel calcio: in Italia ci sono. Guadagnano troppo da voi, è assurdo: la gente rischia di stufarsi».
Merita infine una citazione anche il turco-svizzero Kubilay Türkyılmaz, bomber di razza che militò in molti club europei tra cui Bologna e Galatasaray.
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Mondiali Russia 2018: la Svizzera degli anni 2000
Nel 2000, grazie alla figura di mister Jakob Kuhn, la Federazione Elvetica intraprese un serio e meticoloso lavoro sulle scuole calcio e sullo staff della nazionale per creare una squadra competitiva.
Questo lavoro, che ha cominciato a dare i suoi frutti negli ultimi anni, ha visto come protagonisti CT di altissimo livello come Ottmar Hitzfeld e Vladimir Petković, ex allenatore della Lazio che dal 2014 guida i rossocrociati.
In Svizzera sono riusciti a creare ottimi giocatori in tutti i ruoli coinvolgendo anche le comunità di immigrati e le scuole.
Citando alcuni giocatori sulla ribalta internazionale ai giorni nostri, possiamo sicuramente includere i portieri Diego Benaglio e Yann Sommer, i difensori Stephan Lichtsteiner e Johan Djourou, i centrocampisti Blerim Dzemaili e Edimilson Fernandes e gli attaccanti Haris Seferović ed Eren Derdiyok.
Ormai quasi tutti questi giocatori militano in grandi club europei, ma la cosa più importante che gli svizzeri sono riusciti a compiere è coinvolgere quasi tutte le nazionalità di naturalizzati, creando così un effetto boomerang per l’integrazione nello spirito nazionale svizzero delle comunità di immigrati in terra elvetica, un tempo tenute ai margini.
Grazie al lavoro degli ultimi 20 anni, la Svizzera oggi può vantare una grande varietà di tipologie di giocatori in tutti i ruoli, che le permette, grazie anche alla scelta di CT esperti, di proporre differenti tipi di calcio a seconda delle necessità, caratteristica che la rende una delle più temibili fra le “piccole” da affrontare.
Mondiali Russia 2018: nel girone E secondo posto obiettivo alla portata
In Russia sono arrivati passando per lo spareggio vinto contro la Nord Irlanda, in un virtù di un secondo posto nel girone conquistato dietro al Portogallo, in un raggruppamento nel complesso abbastanza abbordabile.
Alla corte di Putin, il secondo posto nel girone E non sembra una meta così irraggiungibile. Gli svizzeri se la dovranno vedere con i più quotati brasiliani, ma anche con Serbia e Costarica, avversarie sicuramente all’altezza dei rossocrociati.
Il ritrovato spirito elvetico, unito al duro lavoro di Federazione e staff tecnico, alla fine ha, come si suol dire, pagato (sono sesti nel ranking FIFA); e se le scelte di Mister Pektovic saranno azzeccate il passaggio del turno agli ottavi di finale appare decisamente alla portata.