Mondiali Russia 2018, focus Brasile: alla conquista della sesta stella

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Mondiali Russia 2018, focus Brasile: I verdeoro in Russia alla conquista della sesta Coppa del Mondo

La nazionale che incarna il gioco del calcio per antonomasia è sicuramente rappresentata dal Brasile.
La storia della Seleçao è senz’altro tra le più ricche, trionfali ed avvincenti che gli appassionati di calcio possano ricordare, annoverando in bacheca la bellezza di 8 Copa America, 4 Confederations Cup e ben 5 Mondiali. Numeri impressionanti che la rendono di fatto la più titolata del pianeta.

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Concentrandoci in particolare sui Mondiali, da ricordare, prima che iniziassero il loro trionfale percorso da Pentacampeão, l’edizione disputata in casa nel 1950. Una Coppa del Mondo tra le più sorprendenti e che fu, per certi versi, anche sportivamente tragica. Il popolo brasiliano si apprestava infatti a vivere da vicino il suo primo trionfo in un Mondiale, ma la Seleçao venne incredibilmente sconfitta all’ultimo atto dall’Uruguay, il cui capitano Varela – al termine di un incontro vinto per 2-1 – alzò la coppa di fronte ad un Maracanà totalmente ammutolito, in un clima che definire “surreale” sarebbe stato persino riduttivo.

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8 anni dopo il tragico evento ribatezzato Maracanaço, però, ci fu finalmente la prima storica vittoria di una Coppa del Mondo da parte della Seleçao, che arrivò in Svezia a dettare legge e ad imporre il proprio gioco a ritmo di samba. A farne le spese furono i malcapitati padroni di casa, schiantati in finale da un perentorio 2-5 che portò le firme di Zagallo, Vavà e Pelé, questi ultimi autori di una doppietta a testa. E fu proprio Pelé, questo talentuoso 17enne di belle speranze, a dare il via ad un’epoca d’oro, che vide il Brasile riconfermarsi altre due volte campione del mondo nel giro di soli 12 anni.
Nel 1962, nell’edizione disputata in Cile, ebbe infatti la meglio sulla Cecoslovacchia regolata per 3-1, mentre a Messico 1970 furono gli Azzurri di Valcareggi a perire sotto i colpi dei brasiliani, vittoriosi per 4-1 grazie alle reti di Pelé, Gérson, Jairzinho e Carlos Alberto (la rete del momentaneo 1-1 firmata da Boninsegna servì soltanto per le statistiche).

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Mondiali Russia 2018: edizioni del 1998 e del 2002 nel segno del Fenomeno

Dopo un periodo di digiuno forzato in cui, nonostante la presenza di ottimi calciatori come Zico e Falcão, la nazionale brasiliana non riuscì a ripetersi e venne oscurata dai successi dell’Argentina di Maradona, per tornare ad ammirare un trionfo verdeoro bisognerà attendere sino al Mondiale americano del 1994. Anche in questo caso, la finale del torneo vide contrapporsi alla Seleçao l’Italia del CT Arrigo Sacchi. Fu una partita molto chiusa e poco spettacolare, che dopo 120 minuti di fuoco vedeva il punteggio ancora inchiodato sullo 0-0. Furono così necessari i tiri dal dischetto che, in virtù dell’errore decisivo di Roberto Baggio, premiarono ancora una volta i brasiliani, nella cui rosa era già presente, pur non avendo disputato nemmeno un minuto nella competizione, il futuro due volte Pallone d’Oro Ronaldo.

Da Francia ’98 ai Mondiali Russia 2018: un ventennio marcato da fenomeni in maglia carioca

E fu proprio Ronaldo il protagonista assoluto delle due successive edizioni mondiali dei verdeoro. prima a Francia 98 e poi a Corea e Giappone 2002.
Nella finale di Parigi del 1998, dopo aver trascinato i propri compagni sino all’ultimo atto della manifestazione, un misterioso infortunio non consentì al Fenomeno di essere della partita, lasciando quindi la propria squadra in balia dei galletti guidati da Zinedine Zidane, autore di una decisiva doppietta nel 3-0 finale che consentì ai Bleus di trionfare davanti al proprio pubblico.
Discorso diverso invece per l’atto conclusivo del 2002: a Yokohama infatti fu proprio una doppietta di Ronaldo a regalare ai verdeoro il loro quinto titolo mondiale contro la malcapitata Germania di Oliver Kahn.

Mondiali Russia 2018: dopo la disfatta del 2014, grande voglia di riscatto

I tedeschi avrebbero dovuto attendere ben 12 anni prima di rifarsi con gli interessi: risale infatti al 2014 la più incredibile disfatta subita dal Brasile nella propria storia, con la clamorosa sconfitta per 7-1 maturata dagli uomini di Scolari in semifinale contro la formazione di Joachim Löw, poi laureatasi Campione del Mondo battendo l’Argentina.

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Ed è proprio dalle ceneri di quella disfatta che la Fenice verdeoro è rinata più forte che mai, pronta a giocare in Russia un ruolo da assoluta protagonista. L’arrivo del CT Tite ha ridato ai Pentacampeão un ritrovato senso d’orgoglio unito a classe e pragmatismo. E’ forse il primo evidente caso nella storia di Brasile “europeo”, sia per stile di gioco che per provenienza dei suoi maggiori interpreti.

A difendere ottimamente la porta verdeoro sarà il romanista Alisson, protetto dalla solida coppia di centrali “parigini” formata da Marquinhos e Thiago Silva. Sulle fasce agiranno a destra Danilo (a rimpiazzare l’infortunato Dani Alves) e a sinistra il madridista Marcelo, attualmente il più forte e completo nel suo ruolo. Un altro madridista avrà il compito di guidare il centrocampo di Tite: stiamo parlando di Casemiro, uomo chiave nei successi del Real Madrid di Zidane e che sarà affiancato dai vari Paulinho (Barcellona) e Fernandinho (M. City) e dai più offensivi Willian (Chelsea) e Coutinho (Barcellona).

In attacco poi, spazio a classe, fantasia, concretezza e rapidità; tutte caratteristiche incarnate da portenti del calibro di Taison (S. Donetsk), Douglas Costa (Juventus), Firmino (Liverpool), Gabriel Jesus (M. City) e la grande stella Neymar (PSG).

Mondiali Russia 2018: girone altamente alla portata dei carioca

Il girone E, raggruppamento che oltre ai brasiliani comprende Svizzera, Serbia e Costa Rica, appare una pura formalità, con il primato del gruppo che non dovrebbe essere messo in discussione.
Dagli ottavi di finale in poi, i verdeoro dovranno invece sicuramente alzare la guardia in quanto le insidie saranno inevitabilmente destinate ad aumentare. Siamo in ogni caso pronti a scommettere che errori di questo tipo non verranno commessi, inducendoci quindi a ritenere il Brasile la principale candidata alla vittoria finale. Alla conquista della Sesta, per entrare ufficialmente nella leggenda.

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