Mondiali Russia 2018, focus Belgio: i Diavoli Rossi riusciranno a stupire?

Pubblicato il 18 Giugno 2018 alle 23:58 Autore: Francesco Vigevani
Mondiali Russia 2018

Mondiali Russia 2018, focus Belgio: i Diavoli Rossi riusciranno a stupire?

Il Belgio è sicuramente una delle migliori rose che si presenteranno a Russia 2018.

La loro storia è stata molto tribolata fino al 1998.

Con il secondo posto ad Euro 80, sconfitti solo in finale, e i quarti raggiunti al Mondiale del 1986, i Diavoli raggiunsero il maggior splendore.

Più che un gioco ben definito, portarono negli anni 80 e nei primi anni 90 in campo un calcio fatto di individualità.

Possiamo a tal proposito citare, ad esempio, i portieri Theo Custers, Michel Preud’homme e Jean-Marie Pfaff, il difensore giramondo Eric Gerets (con un palmarés lunghissimo sia da giocatore che da allenatore, nel quale si può trovare la Coppa dei Campioni 1987-1988 come giocatore del PSV) e l’attaccante François Van der Elst, vincitore di due Coppe delle Coppe con l’Anderlecht alla fine degli anni 70.

Le imprese che riuscirono a compiere si conclusero con la loro dipartita dalla nazionale, aprendo un lungo periodo di stallo che culminò con l’eliminazione al primo turno al Mondiale di Francia 98.

Michel Sablon, già allenatore, venne designato direttore tecnico nel 2001. Fu lui a ideare e supervisionare una riorganizzazione dell’intero movimento calcistico belga.

Chiamò a raccolta la trentina di tecnici federali del Paese e da questo brainstorming nacque l’idea per cui bisognava dare definitivamente un taglio all’infinità di moduli utilizzati nel calcio giovanile.

A Tubize, vicino Bruxelles, nacque un nuovo centro federale. Di lì passano tutti i tecnici sui banchi della nuova Università del Calcio.

Ma fu la vecchia (nel senso di storica) Università di Lovanio che portò a termine lo studio scientifico sui giocatori giovanissimi commissionato da Sablon.

Vennero infatti analizzati circa 1500 video sul modo di giocare di ogni fascia d’età.

Ad eseguire la ricerca fu un professore che è stato calciatore in seconda divisione, Werner Helsen.

Si è così giunti alla conclusione che nel calcio dei giovanissimi c’è troppa enfasi sul risultato e poca attenzione allo sviluppo tecnico del praticante.

Mondiali Russia 2018: i grandi successi delle nazionali giovanili

Fu in tal modo piantata un’altra pietra miliare della ricostruzione.

Gerarchie abolite (non devono esserci né titolari né riserve) ed eliminazione delle partitelle 11 contro 11 in allenamento, perché altrimenti qualcuno tocca palla ogni mezz’ora.

Vennero quindi favorite le partitelle 2 contro 2, 5 contro 5, 8 contro 8 che incoraggiano doti tecniche come il palleggio e il dribbling, fondamentali per nutrire il modulo prediletto del 4-3-3.

Il cambiamento di rotta è ormai segnato e, anche se ogni anno si perdono alcuni giocatori che vengono acquistati giovanissimi dai grandi club europei, il progetto ha comunque decisamente fatto progredire le selezioni giovanili belghe, portandole a vincere tornei giovanili in giro per l’Europa.

La “golden generation” è anche il frutto delle periferie povere e multietniche, dove il calcio è la lingua franca che accomuna immigrati e rifugiati, valloni e fiamminghi, bianchi e neri.

Ciò si riflette benissimo nel gruppo dei 23 che si giocherà il Mondiale in Russia, carico di talento e aspettative.

I CT che negli anni hanno affiancato la federazione in questo progetto sono stati il generale Richard Advocaat ,il suo attendente e discepolo Marc Wilmots e Robert Waseige.

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Mondiali Russia 2018: l’era Martínez

Dopo anni di uomini dei Paesi Bassi, nel 2016 si decise di assumere lo spagnolo Roberto Martínez Montoliú, giovane CT che ben si può ben inserire in questo progetto.

In Russia porta una rosa di altissimo livello tecnico e tattico e con un’età generale nella media.

Criticato per non aver convocato Radja Nainggolan causa comportamenti poco consoni per la conservazione del gruppo, lo spagnolo ha dato la continuità nel progetto Sablon.

In porta, dietro al titolare Thibaut Courtois (Chelsea) ci saranno Simon Mignolet (Liverpool) e Koen Casteels (Wolfsburg).

In difesa il CT ha scelto di portare Toby Alderweireld (Tottenham), Dedryck Boyata (Celtic),Vincent Kompany (Manchester City), Thomas Meunier (Paris Saint-Germain), Thomas Vermaelen (Barcelona) e Jan Vertonghen (Tottenham), che si giocheranno i quattro posti a disposizione.

A centrocampo, a fianco del funambolico Kevin De Bruyne (Manchester City), si giocheranno i tre posti rimanenti Nacer Chadli (West Bromwich Albion), Mousa Dembele (Tottenham), Leander Dendoncker (Anderlecht), Marouane Fellaini (Manchester United), Youri Tielemans (Monaco) e Axel Witsel (Tianjin Quanjian).

In avanti, la scelta sarà anche in questo caso all’interno di un gruppo di altissimo livello composto da giocatori del calibro di Michy Batshuayi (Borussia Dortmund, ma di proprietà del Chelsea), Yannick Carrasco (Dalian Yifang), Eden Hazard (Chelsea), Thorgan Hazard (Borussia Monchengladbach), Adnan Januzaj (Real Sociedad), Romelu Lukaku (Manchester United) e Dries Mertens (Napoli).

Mondiali Russia 2018: primato del girone G conteso con l’Inghilterra

Dare un undici definitivo non è facile e l’impressione è che soltanto all’ultimo il CT definirà la formazione dei titolari.

Nel girone G i Diavoli Rossi troveranno di fronte a loro Panama,Tunisia e Inghilterra.

Se superare la fase a gruppi sembra una pura formalità, i giovani Diavoli dovranno far bene i conti per definirsi la strada dagli ottavi in poi, in un percorso che potrebbe portarli fino alla finale di Mosca.

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