Mondiali Russia 2018, focus Inghilterra: I Tre Leoni in Russia per scacciare i fantasmi

Pubblicato il 19 Giugno 2018 alle 08:00 Autore: Francesco Vigevani
Mondiali Russia 2018

Mondiali Russia 2018, focus Inghilterra: I Tre Leoni in Russia per scacciare i fantasmi

Una delle squadre che può vantarsi di aver sollevato almeno una volta la Coppa del Mondo è la nazionale inglese.

Correva infatti l’anno 1966 quando, nell’edizione organizzata proprio da padroni da casa, la nazionale dei Tre Leoni riuscì ad imporsi in finale sulla Germania Ovest con il risultato di 4-2.

Questo punteggio maturò al termine di una gara decisamente combattuta che fu risolta solamente dopo i tempi supplementari.

Nei 90 minuti regolamentari, la Germania andò in vantaggio con Haller. L’inghilterra riequilibrò il risultato sei minuti dopo con Hurst per poi ribaltarlo con Peters al 78′.

Sembrava tutto fatto, ma quando ci sono di mezzo i tedeschi – si sa – mai cantare vittoria prima del tempo.

All’ultimo minuto, infatti, Weber riportò il risultato in equilibrio segnando un gol assai contestato dai padroni di casa, i quali protestarono per un presunto fallo di mano dell’attaccante teutonico.

Le polemiche arbitrali sarebbero in ogni caso state ampiamente alimentate da ciò che accadde durante i tempi supplementari, in cui altri due gol di Geoff Hurst regalarono il trionfo ai padroni di casa.

La prima rete realizzata dal bomber inglese nell’extra time rappresentò però il primo caso della storia di “gol fantasma”, in quanto né l’arbitro Dienst né il suo assistente furono in un primo momento in grado di stabilire se il pallone, dopo aver colpito la parte inferiore della traversa, avesse o meno superato interamente la linea di porta.

Mondiali Russia 2018: il trionfo inglese del 1966 nel segno di Hurst e del primo “gol fantasma”

L’assistente, errando, sostenne alla fine la tesi della palla completamente entrata, condannando di conseguenza i tedeschi ad uno svantaggio che in realtà non sarebbe dovuto prodursi.

La Coppa del Mondo fu quindi, tra roventi polemiche, consegnata dalla Regina in persona ai propri connazionali, rappresentando tutt’oggi l’unico momento di gloria vissuto dal calcio inglese a livello di nazionale.

Un momento di gloria che ebbe come gran protagonista il bomber Geoff Hurst, ancora oggi detentore di un record non di poco valore: quello di essere l’unico giocatore in grado di segnare una tripletta in una finale di un Mondiale.

Mondiali Russia 2018: gli anni 2000 dell’Inghilterra contraddistinti da CT stranieri

Da allora fino ai giorni nostri, tante individualità degne di nota (i centrocampisti Lampard e Gerrard, l’ala David Beckham ed il centravanti Michael Owen, giusto per citarne alcune) ma zero successi per il calcio inglese.

Il motivo di ripetute delusioni risiede in particolare nel fatto di non avere mai avuto tecnici all’altezza di un incarico così prestigioso, tanto è vero che per rimediare agli scarsi risultati ottenuti la Federcalcio Inglese decise di affidarsi a CT stranieri.

Ecco dunque, un anno prima dei Mondiali del 2002, l’inizio dell’era targata Sven Goran Eriksson, ex allenatore di Sampdoria e Lazio nonché primo CT straniero della storia dei Tre Leoni.

Fu una parentesi che però, anche per sfortuna, non portò ai risultati sperati, date le cocenti eliminazioni tutte ai quarti di finale maturate dal CT svedese nelle competizioni internazionali cui prese parte (Corea e Giappone 2002, Euro 2004, Germania 2006).

Curiosamente, il carnefice degli inglesi nel 2004 e nel 2006 fu in entrambi i casi il Portogallo, capace di avere la meglio sugli uomini di Eriksson per ben due volte consecutive nella lotteria finale dei calci di rigore.

Anche la mala sorte, insomma, ci mise del suo.

Ugualmente deludente fu l’era Fabio Capello.

Nominato CT nel 2007 dopo la nefasta mancata qualificazione ad Euro 2008, l’italiano non riuscì, nonostante il suo pragmatismo, nell’impresa di disputare un Mondiale sudafricano all’altezza delle aspettative, subendo una batosta per 4-1 agli ottavi di finale contro la Germania.

Una batosta che ne minò inevitabilmente la credibilità, portandolo a dimettersi 4 anni dopo il suo ingaggio.

In seguito ad altri risultati estremamente deludenti, ecco che ora l’Inghilterra si appresta a vivere la fase finale di un altro torneo con aspettative e – si spera – risultati ben diversi.

Mondiali Russia 2018: l’Inghilterra attuale

L’ossatura della squadra è solida e sicuramente, almeno sulla carta, potenzialmente in grado di regalare soddisfazioni.

In porta vi sarà la prima grande sorpresa, visto che il posto dell’incostante Hart verrà preso dal portiere dell’Everton Jordan Pickford, autore di una buona stagione con la maglia dei Toffees.

La difesa avrà come principali riferimenti due uomini molto importanti nell’economia del gioco del City di Guardiola: stiamo parlando del terzino Walker e del centrale Stones, entrambi fortemente voluti dal tecnico catalano.

Dovrebbero completare il reparto difensivo titolare Cahill del Chelsea e Rose del Tottenham.

Ed è proprio il Tottenham che regalerà altri due giocatori chiave per la nazionale di Southgate.

Ci riferiamo a Dele Alli e soprattutto al bomber Harry Kane, attaccante decisamente promettente e che ha già dimostrato di essere molto incisivo sia con la sua squadra di club che nelle qualificazioni a Russia 2018, in un girone nettamente dominato dagli inglesi con 26 punti conquistati su 30 disponibili.

Meritano una menzione particolare anche Rashford e Sterling, esterni rapidi e tecnici e che dovrebbero agire alle spalle di Kane nel probabile 4-2-3-1 di Southgate.

Mondiali Russia 2018: un girone ampiamente alla portata dei Tre Leoni

Le premesse per disputare un discreto Mondiale ci sono tutte, soprattutto considerata la relativa facilità del gruppo G in cui gli inglesi sono stati inseriti.

Se la dovranno vedere, con tutta probabilità, esclusivamente con il Belgio per la conquista del primato.

Né Tunisia né tantomeno Panama, le altre due formazioni inserite nel raggruppamento, paiono infatti in grado di poter contrastare lo strapotere di due nazionali nettamente più quotate.

Il compito principale del CT Southgate sarà quello di portare a termine ciò che i suoi predecessori non sono mai riusciti a fare, ovvero creare un gruppo solido in cui il collettivo conti molto più delle singole individualità.

Per intenderci, tanto per citare un esempio a noi molto caro, sul modello messo a punto da Marcello Lippi con l’Italia a Germania 2006.

Un compito oltremodo arduo, ma che se realizzato potrà molto probabilmente riportare i Tre Leoni nell’Olimpo del calcio che conta, un luogo esclusivo in cui è da molto tempo che si sono ormai perse le loro tracce.

Che sia finalmente la volta buona?

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