Governo ultime notizie: Salvini farebbe saltare l’esecutivo? Il piano Lega
Un altro interessante intervento di Luigi Bisignani sul Tempo svelerebbe un retroscena riguardante Salvini e il destino del governo giallo-verde. Profondo conoscitore degli umori dei palazzi romani, per Bisignani il leader della Lega avrebbe un piano B nel caso in cui la convivenza con i 5 Stelle dovesse cominciare ad andargli stretta. In un battuta: andare ad elezioni anticipate a marzo, quindi, prendersi Palazzo Chigi.
Governo ultime notizie: Salvini farebbe saltare l’esecutivo? Il piano Lega
D’altronde, finora tutte le mosse di Salvini hanno avuto un più che discreto successo; dalle aperture in chiave formazione del governo, alla fermezza sulla questione migratoria. Il capo del Carroccio, adesso, si trova al centro del dibattito europeo, dopo aver preso in contropiede Macron e Merkel; “l’Italia non si può lasciare da sola” hanno dovuto ammettere negli ultimi tempi da Parigi e Berlino a proposito degli sbarchi. Nel frattempo, i pentastellati – sempre più spaccati tra la fazione Fico-Di Battista-Grillo e quella Di Maio-Casaleggio-Bonafede, riferisce sempre Bisignani – continuano a perdere consenso anche a causa del protagonismo del ministro dell’Interno che, durante il caso Aquarius, è apparso il “vero” Premier.
Sembra proprio una di quelle occasioni che non si possono perdere per “rubare” una bella fetta di voti alle altre forze politiche, tutte in palese difficoltà. Salvini ha già puntato gli elettori di Berlusconi e a quelli della Meloni; la sua posizione tra i sostenitori del centrodestra si sta consolidando: da FI e FdI si farà tutto per non inimicarselo. Inoltre, si proverà a conquistare chi vota Movimento ma è stanco di “ambientalismo” e “giustizialismo”, per usare le stesse parole di Bisignani.
Ad “aiutare” Salvini nella realizzazione del suo progetto le difficoltà che l’economia italiana dovrà affrontare; a cominciare dal fatto che la BCE prevede di “chiudere i rubinetti” nei prossimi mesi. Bisogna considerare poi gli alti costi delle misure del “contratto di governo” stilato con il M5S che non potranno essere fronteggiati con la risicata maggioranza al Senato dell’asse penta-leghista.
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