“Tutto bene”. Così il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, commenta l’esito della riunione a palazzo Chigi tra governo e soci sulla trattativa Alitalia-Etihad. Era iniziato alle 11 il vertice tra governo e soci Alitalia sulla vertenza Etihad. All’incontro hanno partecipato oltre al ministro Lupi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, Fabrizio Pagani per il Mef, l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, l’ad di Poste, Francesco Caio, e il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, e il direttore finanziario di Atlantia, Giancarlo Guenzi. Collegati in conference call Federico Ghizzoni, ad di Unicredit, e Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa.
Poste si è detta soddisfatta per come è andato l’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi. Secondo fonti vicine alla società amministrata da Caio, il governo ha condiviso la posizione di Poste sulla mid-co e la sua partecipazione nella parte nuova della mid-co.
Infine l’aumento di capitale chiesto ai soci di Alitalia potrebbe essere portato fino a 300 milioni dai 250 deliberati dall’assemblea di venerdì 25 luglio. Lo si apprende da fonti vicine alla trattativa.
Tempi stretti, infatti, per la trattativa Alitalia. Etihad punta alla chiusura entro domani. Il 31 luglio, infatti, è la dead-line fissata da governo e azienda per la chiusura dell’accordo. “Siamo arrivati alle ore decisive“, ha ribadito il ministro delle Infrastrutture Lupi. “Lo dico con chiarezza anche a una parte dei sindacati, il tira e molla non è ammesso, ognuno si assuma la propria responsabilità”, ha aggiunto Lupi. “Per ora – aveva ammesso il ministro nei giorni scorsi – non c’è una convocazione da parte del governo. L’azienda deve concludere le trattative con i soci e i sindacati”.
A spingere per la chiusura del tavolo i vertici di Etihad. Nonostante la smentita dell’ultimatum, la compagnia emiratina avrebbe fretta di chiudere. E lo testimonia lo scambio di mail tra il Ceo di Etihad, James Hogan, e l’ad di Alitalia Gabriele Del Torchio. Il tira e molla fra i sindacati e la compagnia di bandiera preoccupa non poco Etihad. A rischio la situazione patrimoniale e la solidità della partecipazione alla joint-venture degli altri attori coinvolti nell’accordo. L’unica nota positiva arriva da Poste Italiane, pronta a investire 65 milioni di euro nella nuova compagnia di cui dovrebbe far parte anche l’azienda emiratina. Le Poste hanno infatti raggiunto un accordo con le banche per versare una somma superiore alla quota sottoscritta nell’operazione di ricapitalizzazione della compagnia di bandiera, dal valore complessivo di 250 milioni di euro. Un piccolo passo avanti, dunque, nella vertenza che da settimane vede i sindacati, con in testa la Cgil, ancora sulle barricate. Il nodo fondamentale, dopo gli esuberi, resta quello della rappresentanza.
Carmela Adinolfi