Riforme, Renzi: “Si va avanti, cambiamo Italicum al Senato”
Il governo tira dritto nonostante le accuse di “autoritarismo” lanciate dall’opposizione. “Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore” ha detto il premier Matteo Renzi nella sua newsletter, aggiungendo che “in queste ore i senatori che sostengono la riforma e che stanno subendo l’ostruzionismo di una piccola parte dei loro colleghi stanno dimostrando il senso delle istituzioni più straordinario che si possa chiedere”. Il capo del governo apre poi a modifiche all’Italicum, forse per ammorbidire le posizioni di qualche senatore ribelle. “Modello legge elettorale dei sindaci: un vincitore – eventualmente con ballottaggio – che ha i numeri per governare. Se non governa è colpa sua, non ha alibi. L’Italicum va in questa direzione”. “Sarà modificato dal Senato e diventerà legge definitivamente” scrive il premier.
Intanto in Aula prosegue con il dibattito. La giunta per il regolamento del Senato ha stabilito, con 10 voti a favore e 4 contrari (Sel, M5S e Lega), che è legittimo l’utilizzo del canguro, la tecnica di accorpamento delle votazioni che ieri ha permesso di far decadere 1400 emendamenti alle riforme. Il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, ha assicurato che il ricorso alla regola del canguro nell’esame degli emendamenti sarà sempre all’insegna del “buon senso e finalizzato ad evitare soltanto gli emendamenti seriali che differiscono solo in minima parte gli uni dagli altri”. Una decisione che fa ben sperare il governo. “Entro l’8 agosto siamo in grado di garantire il massimo del dibattito ma anche la conclusione delle votazioni della riforma costituzionale” afferma il senatore del Pd Francesco Russo.
#mentreloro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza. Grazie ai senatori che stanno sostenendo questa riforma #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 30 Luglio 2014
Bocciato emendamento Minzolini su Senato elettivo: per quanto riguarda le votazioni è stato bocciato, con 117 sì, 171 no e 8 astenuti, un emendamento di Augusto Minzolini che mirava a mantenere il Senato elettivo.
Intanto dalla sinistra del Pd arrivano nuovi attacchi al premier. Per Pippo Cavati, intervistato da Intelligonews, “le cose si sono guastate non per colpa di Sel ma per colpa dell’atteggiamento del governo che ha voluto imporre una linea talmente rigida da negare, di fatto, il dibattito parlamentare. Renzi ha scelto una linea dura, quasi che la riforma del Senato fosse un provvedimento del governo facendo così cortocircuitare tutto quanto”.