Mondiali Russia 2018, focus Colombia: I Cafeteros per un altro passo in avanti
Mondiali Russia 2018, focus Colombia: I Cafeteros per un altro passo in avanti
La storia calcistica della Colombia è fatta di fasi alterne. Da ricordare è il periodo 1949-1954 chiamato “El Dorado”.
Nel 1949 si verificò uno scisma interno al calcio colombiano che vide la DIMAYOR (División Mayor del Fútbol Colombiano) separarsi dalla Federazione vera e propria.
Pertanto, la FIFA, decise di sospendere la Colombia dall’attività internazionale.
Questo portò al periodo definito “El Dorado”, ovvero un’epoca di particolare ricchezza del calcio colombiano che, non dovendo più sottostare alle norme FIFA, poté alzare considerevolmente gli stipendi, attirando numerosi giocatori di rilievo.
Tale situazione di libertà interna perdurò fino al 1954, anno entro il quale il “Patto di Lima” tra FIFA e DIMAYOR stipulato nel 1951 prevedeva il rientro dei giocatori stranieri ai rispettivi Paesi di appartenenza.
La Nazionale colombiana visse un periodo di circa 8 anni d’inattività, che iniziò il 7 maggio 1949 e si concluse il 13 marzo 1957 con il ritorno in campo della selezione in occasione del Campeonato Sudamericano 1957.
Dopo l’ultima gara degli anni Cinquanta (7 luglio 1957 contro il Paraguay), la Nazionale colombiana tornò a giocare il 5 febbraio 1961, in un’amichevole contro gli Stati Uniti, vinta per 2-0.
Mondiali Russia 2018: nel 1962 la prima volta dei Cafeteros
Per il torneo di qualificazione al Campionato del Mondo 1962 era stato nominato CT Adolfo Pedernera, argentino già calciatore di spicco della squadra di club del Millonarios durante l’El Dorado ed ex allenatore dell’América de Cali nel biennio 1960-1961.
La Colombia si qualificò per la prima volta al Mondiale nel 1962.
Fu un esito inatteso, vista la lunga inattività degli anni Cinquanta e i non eccelsi risultati raggiunti fino a quel momento.
La Nazionale si presentò al Mondiale con una squadra che univa giocatori d’esperienza come il portiere Efraín Sánchez e il difensore Francisco Zuluaga, che avevano superato i trent’anni, con giovani già entrati in pianta stabile nella rosa della Nazionale come Héctor Echeverri, Carlos Aponte e Rolando Serrano, arrivando comunque ultimi nel girone iniziale.
Mondiali Russia 2018: anni 90 caratterizzati da una generazione memorabile
Per molti anni la nazionale ebbe un andamento altalenante e solo negli anni 90 la Colombia visse il suo miglior periodo, nel quale fu considerata la terza forza calcistica del Sudamerica dopo Brasile e Argentina.
Quella colombiana fu una generazione di talenti impersonata da un giocatore di classe mondiale come Carlos Valderrama e da altri di grande valore come il portiere René Higuita, Freddy Rincón, Faustino Asprilla e Adolfo Valencia.
La Colombia si qualificò per il Campionato del Mondo 1990 battendo Israele nello spareggio intercontinentale: per i Cafeteros fu la seconda partecipazione ai Mondiali. L’avventura terminò agli ottavi di finale, per mano del Camerun che nei tempi supplementari batté per 2-1 i colombiani.
Si qualificò poi per il Mondiale del 1994.
La squadra allenata da Francisco Maturana fu però subito eliminata, a causa di due sconfitte nella fase a gironi contro Romania (3-1) e Stati Uniti (2-1).
Inutile la vittoria per 2-0 sulla Svizzera nell’ultimo incontro.
Al ritorno in patria la Nazionale fu funestata dalla morte di Andrés Escobar.
Mondiali Russia 2018: Il caso Escobar e la difficoltà sociale colombiana
Il giocatore, che nella partita contro gli Stati Uniti aveva realizzato un’autorete contribuendo alla sconfitta, fu ucciso a colpi di pistola fuori da un ristorante (2 luglio 1994).
Ad ucciderlo fu un gruppo di narcotrafficanti: la causa del gesto fu l’ingente perdita di denaro provocata al totonero dalla sua autorete.
Il nefasto episodio di cronaca nera, che fece scalpore in tutto il mondo del calcio, in Colombia non ebbe questo grande risalto e non minò assolutamente la compattezza del gruppo e della federazione, che nel 2001 riuscì a trionfare nell’edizione della Copa America organizzata in casa.
Nella squadra di allora c’erano i difensori Iván Ramiro Córdoba Sepúlveda, uno degli eroi del triplete nerazzurro del 2009-2010 con l’Inter di José Mourinho, Mario Alberto Yepes Díaz, difensore centrale con il vizio del gol ed un palmarés di ottimo livello e l’attaccante Víctor Hugo Aristizábal Posada, il miglior marcatore nella storia del calcio colombiano con 348 reti complessivamente segnate in carriera.
Mondiali Russia 2018: James Rodriguez gran protagonista nell’edizione del 2014
Dopo questo successo dovuto ad alcuni ottimi giocatori più che ad un gruppo ben organizzato, per i Cafeteros si è aperto un lungo periodo di crisi nel quale alla mancanza di un gioco si aggiunse anche la mancanza di campioni che potessero fare la differenza.
L’unico ottimo risultato sono stati i quarti di finale persi contro i padroni di casa del Brasile nel Mondiale 2014.
Qui, oltre al solito Mario Yepes, emersero giovani di grande talento come il difensore Cristián Eduardo Zapata Valencia, il portiere David Ospina Ramírez, il funabolico Juan Guillermo Cuadrado, l’estroso James Rodriguez (gran rivelazione di quell’edizione) e, anche se assente per infortunio ma moralmente membro del gruppo, l’attaccante Radamel Falcao García.
Mondiali Russia 2018: Cafeteros favoriti in un girone equilibratissimo
Guidati dal guru argentino José Néstor Pekerman i Cafeteros partiranno per la spedizione in terra di Russia con un gruppo molto ben organizzato.
In porta si giocheranno un posto J.F. Cuadrado (Once Caldas), Ospina (Arsenal) e Vargas (Deportivo Calì), con il secondo favoritissimo.
Nel 4-2-3-1 dell’argentino avranno posto fisso i due centrali difensivi Murillo (Pachuca) e Zapata (Milan), accanto ai quali cercheranno di ritagliarsi il proprio spazio buoni giocatori come Arias (PSV Eindhoven), Fabra (Boca Juniors), Mina (Barcellona), Mojica (Girona) e Sanchez (Tottenham).
A centrocampo si punterà tutto sulle giocate ad alta velocità di Juan Cuadrado (Juventus), sulla classe di James Rodriguez (Bayern Monaco) per la fase di supporto alla punta centrale e sulla solidità di Sanchez (Espanyol) e Lerma (Levante) per la fase di copertura e recupero della palla.
Davanti tutto sarà affidato ai gol di Radamel Falcao (Monaco) e compagni di reparto (come ad esempio l’ex attaccante del Milan Carlos Bacca).
Il girone H è ampiamente alla portata, anche se con Polonia, Giappone e Senegal sembra anche il più destinato a dare sorprese visto il livello medio delle squadre coinvolte.
Per i Cafeteros sarà dunque tempo di sudare fin da subito se vorranno avanzare alla seconda fase del torneo.