Governo ultime notizie: M5S verso l’abolizione del pareggio di bilancio?
Secondo alcune indiscrezioni riportate dal Tempo, nei progetti del Movimento 5 Stelle ci sarebbe la modifica dell’articolo 81 della Costituzione. È quello che impone al paese il pareggio di bilancio; inoltre, regola il ricorso all’indebitamento; è stato introdotto nell’ordinamento dal Governo Monti. Allo stato dei fatti, rende difficile attuare i punti più “caldi” del contratto alla base dell’intesa giallo-verde.
Si parla, in particolare, di Flat tax, reddito di cittadinanza e superamento della Legge Fornero. D’altro canto, i vertici dell’attuale esecutivo dichiarano di avere in mente degli investimenti ad “elevato moltiplicatore”. All’inizio si spenderà più del consentito; poi si avrà un forte impatto sulla crescita economica; tanto forte che si riuscirà ad abbassare il rapporto debito/Pil.
Governo ultime notizie: M5S verso l’abolizione del pareggio di bilancio?
Detto ciò, il quotidiano romano riferisce che, nel silenzio pressoché totale della stampa, lo scorso 17 aprile, il deputato pentastellato Tiziana Cipriani ha depositato una proposta di legge per modificare, appunto, gli articoli 81, 97 e 119 del testo fondamentale. In pratica, gli stessi (a cui bisogna aggiungere il 117) su cui è intervenuta la legge costituzionale approvata dai parlamentari nel 2012. Bisogna precisare che il testo della proposta, però, non è ancora disponibile; insomma, al momento ci si può solo sbilanciare su alcune ipotesi.
L’obiettivo manifesto sarebbe, in sostanza, quello di fare – in palese contrasto con le regole europee – più del 3% di deficit; quindi, garantire le coperture alle ambiziose iniziative dell’esecutivo. Tuttavia, alcuni sostengono che, in realtà, puntando all’eliminazione del “paletto” si voglia indire un referendum – “nascosto” – sull’uscita dall’Euro. Infatti, è improbabile che un’azione sull’articolo 81 passi in modo agevole lo scoglio del Parlamento; in pratica, è difficile che riesca a ottenere la maggioranza assoluta necessaria, contando anche la forte ostilità che incontrerebbe in sede europea. A quel punto, l’unica arma a disposizione rimarrebbe una consultazione referendaria in pieno “stile Renzi”. Dunque, non passerebbe molto tempo prima che un tale referendum si trasformi in una votazione sulla permanenza nell’Eurozona e, in generale, nell’Ue.
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