Noemi Carrozza non ha avuto un malore è omicidio stradale

Noemi Carrozza

Noemi Carrozza non ha avuto un malore è omicidio stradale

La giovane promessa del nuoto sincronizzato, Noemi Carrozza, ha perso la vita a causa di un incidente in motorino lo scorso 15 giugno, mentre tornava a casa dopo la consueta sessione di allenamento. Sulla morte della ragazzina, che a settembre avrebbe compiuto 22 anni, è stata aperta un’inchiesta per omicidio stradale. Stando ai primi risultati dell’autopsia, infatti, non ci sarebbero segni di un malore, bensì di un forte trauma; che poteva essere stato causato solamente da una violenta caduta.

Si fa strada, dunque, l’ipotesi di un tamponamento con consequenziale omissione di soccorso. C’è però da dire che nessun testimone ha notato l’impatto con un autoveicolo prima che Noemi si schiantasse.

Noemi Carrozza: altra ipotesi, manto stradale dissestato

Tenendo conto delle dichiarazioni dei presenti si è avvalorata l’ipotesi che Noemi abbia perso il controllo del mezzo a causa dell’asfalto sconnesso. Nel punto in cui è avvenuto l’incidente, nei pressi di via Ostiense, ad Ostia, la strada è caratterizzata infatti da avvallamenti e buche, dovute alle radici degli alberi che costeggiano il lungo viale.

La morte della ragazzina, dunque, non sarebbe avvenuta per cause naturali, né per un incidente causato da un automobilista, ma a causa del manto stradale dissestato.

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La giovane aveva rappresentato l’Italia in numerose competizioni sportive, tra cui i Giochi Olimpici di Bachu e i Mondiali Juniores. 21 anni e un grande sogno nel cassetto, diventare una campionessa olimpica.

La camera ardente è stata allestita nel Polo Natatorio, dove la ragazza era solita allenarsi ogni giorno, da diversi anni.

Commovente l‘ultimo addio alla campionessa. Nella giornata di oggi, nella Chiesa di Santa Monica, si sono celebrati i funerali della giovane sincronette. La federazione nuoto italiana si fa portavoce della famiglia dell’atleta, straziata dal dolore, chiedendo giustizia e che sia fatta chiarezza sulle reali dinamiche dell’incidente.

Maria Iemmino Pellegrino

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