Cambio euro-dollaro: valore e quotazione in calo. L’andamento
Il trend di medio periodo ha visto una sostanziale svalutazione dell’euro sul dollaro.
Rispetto al massimo raggiunto a febbraio, 1,25 dollari per un euro, si è scesi al livello attuale, 1,156, in ulteriore calo rispetto ai giorni scorsi.
Di fatto si è ritornati al cambio di novembre, e sarà interessante osservare se ritornerà a quello precedente al luglio 2017.
Siamo in ogni caso ancora lontani dai minimi del dicembre 2016, quando il rapporto era inferiore a 1,1 e ancora di più rispetti ai massimi di 1,38 della primavera del 2018.
Cosa sta succedendo?
L’ha spiegato il governatore della banca centrale austriaca Nowotny
Cambio euro-dollaro, le tensioni politiche contano
Il governatore austriaco sostiene che questo indebolimento dell’euro di fatto dipende da due ragioni.
Vi è una differenza nei tassi di cambio tra Europa e USA. In quest’ultimo caso vi è stato un innalzamento del costo del denaro, mentre la UE non ha annunciato cambiamenti, nonostante la prossima fine del QE.
Fine del Quantitative Easing che del resto è stata ampiamente annunciata nei mesi scorsi, è quella che ha prodotto l’apprezzamento che è perdurato fino a febbraio e probabilmente è stato scontato dal mercato.
L’altra questione importante è la tensione politica. Da un alto i progetti su un budget unico europeo, voluto da Merkel e Macron, languono, e non è chiaro come possano prendere il largo. Dall’altro le tendenze nazionalista sono una realtà. Con le tensioni sul trattato di Dublino, il rifiuto di una collaborazione sul tema dei migranti.
Come in Italia sappiamo molto bene, con i recenti scontri tra il nostro governo e altri europei sugli sbarchi dei migranti provenienti dalla Libia.
Questo danneggia la reputazione della solidità della UE, intesa come capacità di fare fronte a una eventuale crisi per esempio, essendo assente una unità politica che possa rendere possibile interventi risolutivi
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