New York Times: “Europa finanzia Al Qaeda pagando riscatti”
Il New York Times, in un editoriale che farà discutere, non è stato tenero con l’Europa. Secondo un’inchiesta del quotidiano liberal della Grande Mela, pagando i riscatti richiesti in seguito a sequestri di propri cittadini in giro per il mondo, i paesi europei finanziano “indirettamente” le operazioni e gli equipaggiamenti di Al Qaeda. Per l’organizzazione jihadista infatti, quello dei rapimenti è diventato un importante business per autofinanziarsi, se non il più redditizio.
Secondo i dati raccolti dal NYT, a partire dal 2008 Al Qaeda ha incassato grazie ai rapimenti 125 milioni di dollari, 66 milioni solo lo scorso anno. Secondo il Dipartimento del Tesoro Usa la cifra si aggirerebbe intorno ai 165 milioni di dollari. I governi europei negano, ma dal quotidiano ribattono spiegando che i soldi spesso vengono fatti arrivare a destinazione attraverso una fittizia rete di aiuti umanitari.
A confermarlo ci sarebbero molti documenti di affiliati all’organizzazione terroristica. Se fino a 5 anni fa la “tariffa” per ogni ostaggio si aggirava attorno ai 200mila dollari, adesso liberare un sequestrato può costare anche 10 milioni di dollari. I rapimenti sono diventati così importanti per Al Qaeda che le tre sezioni principali dell’organizzazione – quella del Maghreb, quella dello Yemen e quella somala che gravita intorno al gruppo Al Sheebab – si sono dotate di un protocollo comune di rapimento.
A quanto pare Al Qaeda ha ridotto i rischi per i propri membri “appaltando” i rapimenti ad altri piccoli gruppi che a lavoro finito intascano il 10% del riscatto. La nuova strategia della jihad prevede un cambiamento radicale rispetto ai rapimenti dei primi anni 2000. Adesso l’ostaggio viene tenuto in vita il più a lungo possibile, quando nell’immediatezza dell’invasione americana dell’Afghanistan non era difficile che molti occidentali venissero decapitati di fronte a una telecamera.
“Una trattativa incoraggia altre trattative” è la critica rivolta in primis da Usa e Gran Bretagna ai paesi d’Europa, un meccanismo che ha dato vita al “circolo vizioso” evidenziato dal NYT. Tuttavia bisogna notare che la maggior parte degli ostaggi europei viene rilasciato incolume, stessa cosa non si può dire per quelli dei paesi sostenitori della “linea dura”.
Secondo la ricostruzione del NYT al primo posto tra i paesi europei “finanziatori” loro malgrado di Al Qaeda ci sarebbero la Francia (poco più di 58 milioni di dollari dal 2008) e poi Svizzera (12,4 milioni), Spagna (11 milioni) e Austria (poco più di 3).