Buoni fruttiferi e conto deposito a confronto, i tassi e le imposte
Buoni fruttiferi o conto deposito? Su quali titoli investire, o meglio, risparmiare? Facciamo un confronto, anche sui tassi e le imposte vigenti.
Imposte e tassi buoni fruttiferi, il confronto col conto deposito
In tempi d’incertezza finanziaria, bisogna procedere con cautela sugli investimenti. Meglio tramutare questi ultimi in risparmi, magari con dei rendimenti minimi, ma che comunque mettono al sicuro quanto investito. Meglio dunque puntare su buoni fruttiferi e conti deposito. Ma qual è la differenza tra i due prodotti di risparmio? Andiamo a confrontarli, elencando punti in comune e differenze anche su rendimenti e tassazione.
Buoni fruttiferi e conto deposito a confronto: la sicurezza
Una cosa che accomuna buoni fruttiferi postali e conti deposito è senza dubbio la sicurezza. Mentre i buoni fruttiferi postali sono garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, i conti deposito sono garantiti dalla FIDT, ovvero dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Con un mercato ballerino e una situazione ambigua, per gli investitori e risparmiatori che amano la cautela e tenere un basso profilo, buoni fruttiferi e conti deposito rappresentano la migliore soluzione. Il livello di sicurezza sul mantenimento del capitale è garantito, nel senso che se si mette tot sui buoni o sui conti deposito, poi lo si recupera tutto. Il massimo che può accadere è lasciare gli eventuali interessi maturati.
Buoni fruttiferi e conto deposito: gli interessi e i guadagni
Per quanto riguarda i buoni fruttiferi postali i rendimenti cominciano sovente a partire da un certo periodo di tempo. Ad esempio, per i Bfp a 3 anni, a 6 anni o a 6 mesi, il rendimento scatta dopo un certo lasso di tempo. Per i conti deposito, invece, gli interessi maturano ogni giorno. È l’accredito sul conto che invece deve avvenire entro un lasso di tempo definito. E a proposito di tempo, il vantaggio dei conti deposito rispetto ai buoni fruttiferi sta proprio nel poter investire un capitale in un lasso di tempo ridotto, mentre per i Buoni fruttiferi c’è spesso un vincolo temporale minimo da rispettare (6 mesi).
Il fatto che nei conti deposito gli interessi maturano ogni giorno e nei Bfp ogni tot di tempo, fa sì che il guadagno dai conti depositi sia più facile e veloce. E se la volontà di investire si vuole applicare in 3-4-5 mesi, è possibile incassare il rendimento alla fine del tempo prestabilito in fase di sottoscrizione. Vien da sé che se si preferisce la soluzione dei conti deposito vincolati, i tassi di interesse sarebbero più alti, e non solo rispetto ai conti deposito liberi, cioè non vincolati, ma anche a quelli dei buoni fruttiferi postali.
Infine, uno dei vantaggi offerti dai buoni, è che questi possono essere anche sottoscritti in favore dei minori. E dunque rimborsabili (con gli interessi maturati) quando il minore diventa maggiorenne.
Buoni fruttiferi e conti deposito: confronto imposte
Se da un lato i tassi di interesse possono risultare più appetibili per i conti deposito, lo stesso discorso non si può fare se si parla di regime di imposta. Infatti, nei buoni fruttiferi postali il regime di tassazione degli interessi è fisso al 12,5%. Per quanto riguarda i conti deposito, invece, si parla di più del doppio, ovvero al 26%. Nessuna differenza invece per l’imposta di bollo, che è applicata su Bfp e conti deposito per un importo uguale al 2 per mille sul capitale versato.