Smart working, dove si utilizza di più in Europa – infografiche
Il lavoro da casa, è il sogno di molti dipendenti, non dover rimanere in piedi sui treni e sulle metropolitane o in fila nel traffico delle ore di punta.
E’ anche un’opportunità per le aziende per risparmiare in infrastrutture e uffici.
E infatti i parla molto di smart working. Ma quanto viene praticato? Come è cambiata la situazione negli anni?
Nella nostra infografica è possibile far scivolar eil cursore degli anni avanti e indietro per osservare come muta la percentuale di coloro che lo utilizzano.
Tra i 15 e i 64 anni erano gli olandesi i più propensi, con il 13,7%, seguiti dai finlandesi, con il 12,3%.
Poi gli austriaci, con il 9,5%, i danesi, con l’8,6%.
L’Italia con il 3,5% risulta essere sotto la media almeno rispetto al resto dell’Europa Occidentale al di sotto del livello francese, inglese, spagnolo e tedesco.
Simile la situazione se prendiamo in esame solo i 15-39 enni. Sono ovunque meno i giovani cui è concesso di lavorare da casa. Cosa comprensibile essendo pochi di loro già senior. Nel caso italiano questi sono il 2,8% del totale
Smart working, come è evoluto negli anni – infografiche
Negli ultimi anni non vi sono stati molti progressi. Anzi.
In Italia nel 2005 erano il 4,2% i lavoratori da casa, più di ora. Erano poi calati con la crisi, al 3,1%, per poi risalire.
Si tratta probabilmente spesso di consulenti, free lance, che tipicamente sono anche le vittime predestinate di una fase di crisi dell’economia. Chi lavora da casa e non è parte del nucleo centrale di un’azienda pare sia sacrificato prima.
Al contrario di quanto accaduto altrove. Nel Paesi Bassi in circa 10 anni c’è stato un raddoppio della proporzione di smart worker.
Non a caso i Paesi Basi sono anche la patria del part time della flessibilità lavorativa.
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