Emanuela Orlandi: scomparsa 35 anni fa, le nuove piste emerse
Emanuela Orlandi: scomparsa 35 anni fa, le nuove piste emerse
22 giugno 1983, ore 19, si perdono le tracce di Emanuela Orlandi, 15 anni, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia. Penultima di cinque fratelli, risiedeva nella Città del Vaticano. Tra le sue passioni c’era la musica, per la quale nutriva una forte passione a cui corrispondeva un riconosciuto talento. Proprio in occasione della consueta lezione di musica, non si ebbe più notizia della ragazza. A 35 anni dalla sua scomparsa, emergono nuove piste investigative.
Emanuela Orlandi: scomparsa 35 anni fa, le nuove piste emerse
A luglio dell’anno della scomparsa, l’angelus di Papa Giovanni Paolo II era diretto ai responsabili della sparizione di Emanuela; l’appello ai rapitori si configura come una conferma dell’ipotesi di sequestro. Le telefonate dirette alla stampa vaticana produssero una pista internazionale che avrebbe visto la ragazza ostaggio dei Lupi Grigi, organizzazione di cui faceva parte l’ex terrorista responsabile del tentato assassinio a Papa Giovanni Paolo II, Ali Ağca.
La sparizione si sarebbe configurata, quindi, come un ricatto: l’ organizzazione estremista turca avrebbe liberato l’ostaggio a patto di ottenere la scarcerazione di Ağca. L’ex Lupo Grigio affermò spesso che la ragazza si trovasse in un convento e il suo rapimento era necessario alla propria liberazione. Escluse invece la pista della morte della ragazza per i coinvolgimenti nel giro di festini a base di sesso e droga a cui avrebbero partecipato importanti esponenti del clero, tra i quali sarebbero stati selezionati dei reclutatori di ragazze, che avrebbero braccato la stessa Emanuela.
Secondo Ağca, Emanuela era ancora viva. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, serba grande amarezza contro il Vaticano e Papa Francesco che «Si è trincerato dietro una porta blindata. Perché? Dopo la prima volta che l’ho incontrato, e mi ha detto che Emanuela era in cielo, ho fatto tante richieste per rivederlo. Mai una risposta e il muro è sempre più alto».
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Emanuela Orlandi: le nuove piste
Nel corso degli anni le indagini si sono concentrate anche sugli uomini della Banda della Magliana e, in particolare, sulla figura di Renatino De Pedis. Inoltre, rimane aperta l’indagine sul boss di Cosa Nostra Pippo Calò, ancora oggi detenuto. «All’epoca dei fatti, nel 1983, era a Roma, era un personaggio importante. Potrebbe avere informazioni sulla vicenda e lui si è detto disponibile a incontrarmi. Perché non arriva una risposta? Calò ha quasi 87 anni, vorremmo che questo incontro possa avvenire a breve», dice l’avvocato Sgrò, legale di Pietro Orlandi.