Legge 104: licenziamento e trasferimento, cosa rischia il lavoratore.
La Legge 104 garantisce benefici ai lavoratori portatori di handicap così come ai familiari che li assistono. Tuttavia impone anche dei doveri, e non solo per i datori di lavoro. Approfittare dei vantaggi offerti dalla Legge 104 e abusarne, violando i principi stabiliti nella normativa, può causare diversi rischi per il lavoratore. Che potrebbe ritrovarsi licenziato in tronco qualora venga colto in flagrante in determinate situazioni che andremo a esaminare. Sembra inutile precisarlo, ma i fatti di cronaca impongono un chiarimento a riguardo dei benefici della Legge 104; i quali hanno come fine quello di garantire condizioni lavorative efficienti per il soggetto portatore di handicap; nonché di permettere al lavoratore che assiste tale soggetto il tempo necessario per la dovuta assistenza.
Legge 104: diritti del lavoratore
Per usufruire dei benefici della Legge 104 il soggetto portatore di handicap grave dovrà richiedere apposito certificato al proprio medico curante. In tale certificato dovrà emergere l’esistenza dell’handicap, lo stato di invalidità, nonché altre eventuali patologie. Il certificato medico ha validità 30 giorni. Entro questo lasso di tempo bisognerà inviare il certificato con la richiesta di accertamento dei requisiti sanitari all’Inps. Entro 90 giorni, una apposita commissione medica della Asl effettuerà l’accertamento.
La Legge 104 propone due tipi di benefici. La possibilità da parte del lavoratore di trasferirsi nella sede di lavoro più vicina a dove risiede il soggetto portatore di handicap da assistere. Nonché un quantitativo di giorni al mese da sfruttare ai fini di assistenza. Questi giorni sono contati come permessi retribuiti supplementari, impedendo così ai soggetti di prendere dei giorni di ferie per effettuare attività di caregiver. E sono 3 al mese, che possono essere anche frazionabili in ore.
In quanto all’eventuale trasferimento del posto di lavoro, quest’ultimo non può avvenire senza consenso esplicito del lavoratore. In poche parole, il soggetto può chiedere un trasferimento nella sede di lavoro più vicina al familiare portatore di handicap da assistere. Ma non potrà essere trasferito senza il suo consenso.
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Legge 104: doveri del datore di lavoro e del lavoratore
Così come ci sono i diritti, ci sono anche dei precisi doveri da rispettare. Il datore di lavoro è infatti chiamato a rispettare la normativa; quindi a concedere i 3 giorni di permesso retribuito. Insomma, non potrà rifiutarsi dal dare la concessione. D’altro canto il lavoratore dovrà fare richiesta di godere di questi permessi inoltrando la domanda in anticipo. Ma quanto anticipo serve? Sul tema si è espresso l’Inps con la circolare n. 13/2010. In questa si legge che “l’interessato dovrà comunicare al dirigente competente le assenze dal servizio con congruo anticipo; se possibile con riferimento all’intero arco temporale del mese, al fine di consentire la migliore organizzazione dell’attività amministrativa”. Il lasso di tempo potrebbe cambiare in situazioni di urgenza o emergenza comprovata, che consentirebbero al soggetto di fruire il permesso anche con anticipo drasticamente ridotto.
Il lavoratore è chiamato anche a rispettare quanto stabilito dalla Legge 104. E quindi a usufruire dei permessi retribuiti per fornire assistenza al soggetto portatore di handicap. Qualora il soggetto abusi dei permessi e, anziché effettuare attività di assistenza, usi quei giorni per fare una gita, andare in vacanza o farsi gli affari propri, sarebbe gravemente sanzionato. In poche parole, il soggetto che abusa dei benefici della 104 e viene colto in flagrante, andrebbe incontro al licenziamento.