Scorta Saviano: Esposito (PD) contro Salvini, il duro intervento

Pubblicato il 24 Giugno 2018 alle 12:21 Autore: Giancarlo Fiorentino
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Scorta Saviano: Esposito (PD) contro Salvini, il duro intervento

Durante un intervento a L’Aria che Tira (La7), l’ex senatore del Partito Democratico Stefano Esposito interviene sul tema della scorta allo scrittore Roberto Saviano, che il titolare del Viminale Matteo Salvini, da sempre in contrasto con l’autore di Gomorra, aveva minacciato attraverso un messaggio affidato a Facebook di “rivalutare”.

Esposito su scorta Saviano: “Mnistro che pensa di essere lo Stato e che vale quello che pensa lui”

Per l’esponente del PD, le parole del nuovo Ministro dell’Interno segnerebbero un pericoloso cambio di registro rispetto ai suoi predecessori Minniti e Gentiloni, dato che, anziché schierarsi senza ambiguità a sostegno di una figura da tempo simbolo della lotta alla camorra e alla criminalità organizzata, Salvini avrebbe approfittato della sua statura istituzionale per minacciarla, subordinando il suo ruolo pubblico di garante ad antipatie personali.

“Di uno scrittore (…) icona della battaglia alla camorra non ha trovato di meglio che mandargli un bacio in maniera provocatoria e fare aleggiare, attraverso il suo ruolo, la possibilità di colpirlo nella sua sicurezza” – afferma Esposito in studio rivolgendosi a Crosetto (FDI), sottolineando come questo esempio segni la differenza tra “un Ministro degli Interni politico ma democratico” e “un Ministro per gli Interni che pensa (di essere) lo Stato e (che) vale quello che pensa lui”.

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Scorta Saviano, Esposito (PD): “Viminale non è luogo di propaganda”

Questo discorso si estenderebbe, secondo Esposito, anche alla questione migranti. Pur concedendo al suo oppositore politico, infatti, che le accuse di “cinismo” rivolte dal presidente francese Macron e dal suo partito all’Italia possano suonare ipocrite a fronte delle note vicende riguardanti il confine blindato di Ventimiglia, l’ex senatore PD accusa il capo del Carroccio di utilizzare il suo ruolo a fini di propaganda e di campagna elettorale, senza che i suoi proclama si traducano peraltro automaticamente in risultati concreti come l’interruzione dei flussi migratori: “Non c’è questo automatismo. Non è che la frase di Salvini domani interromperà il flusso di quei disperati.” – conclude – “Attenzione a utilizzare il Ministero degli interni come luogo di propaganda e di megafono politico.”

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