Albertini, più sostenibilità per uscire dalla crisi finanziaria del calcio

Pubblicato il 30 Luglio 2014 alle 20:59 Autore: Calcio Finanza
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“Sostenibilità”. E’ questa la parola d’ordine di Demetrio Albertini, candidato alla presidenza della Figc, per fare uscire il calcio italiano dalla crisi finanziaria in cui versa ormai da qualche anno. In un botta e risposta via Twitter organizzato dalla trasmissione “Tutti Convocati” di Radio24, l’ex centrocampista del Milan e della Nazionale, si è soffermato anche sugli aspetti economico-finanziari e in risposta alla domanda di Calcio&Finanza ha indicato in una gestione innovativa di quegli asset (come gli stadi e il merchandising) che in Italia non sono ancora sviluppati come all’estero una delle strade da seguire per uscire dalle secche.

Ma nel confronto con il popolo del web, Albertini ha affrontato anche altri temi, a partire dalle regole attualmente in vigore in Figc, auspicando un rapido cambiamento, che consenta di superare le rendite di posizione di alcuni dirigenti federali. ‘”Cambiamenti e riforme passano attraverso il Consiglio Federale e bisogna cambiare governance. Mettiamoci nelle condizioni di fare”. Per Albertini, che fino a poco tempo fa ricopriva l’incarico di vicepresidente della Figc, a frenare le riforme nel mondo del calcio è “una governance fatta di tante rendite di posizione da difendere” e per questo propone un “cambio di governance (dilettanti e professionisti) e valorizzazione del calcio giocato al centro del programma”. Il modello è “quello tedesco: loro, pur non avendo vincoli, valorizzano il mercato interno per la crescita dei giocatori”.

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“La priorità – ha aggiunto Albertini – è il calcio nelle scuole, fare cultura sportiva: i bilanci si fanno formando giocatori buoni e vendendoli, nel nostro campionato. Dobbiamo ringiovanire il campionato inserendo almeno 10 giocatori dai vivai italiani, siamo il secondo campionato più vecchio d’Europa. I giocatori italiani raggiungono le 100 partite a 27 anni, all’estero a 24″.

Il candidato alla successione di Abete porta avanti il progetto delle squadre B (“sono un’opportunita’, ce lo dimostra chi le ha sapute valorizzare”), all’interno di un disegno più ampio che e’ anche una risposta alla crisi finanziaria che investe il Paese. Per questo parla di “sostenibilita’: dobbiamo gestire in maniera innovativa gli asset non ancora sviluppati in Italia come all’estero”. L’ex centrocampista si è soffermato anche su altri argomenti, come il format dei campionati (“non e’ una questione di numeri, ma di obiettivi: anche perche’ bisogna tener conto degli obiettivi delle categorie inferiori”), del futuro ct della Nazionale (“deve avere esperienza internazionale e sposare la filosofia della Federazione, la Nazionale e’ di tutti”), del calcio femminile (“e’ necessario il coordinamento delle varie anime che lo gestiscono, deve ricominciare dalle scuole”) e degli stadi (“Urge lavorarci subito per renderli accoglienti, sono il palcoscenico dello spettacolo del calcio, un patrimonio del Paese”), compresa la questione della tessera del tifoso perchè “la facilitazione all’acquisto dei biglietti deve essere un nostro obiettivo, all’estero e’ tutto piu’ facile”.

In collaborazione con Calcio & Finanza