Presidente della Repubblica: elezione diretta, proposta di legge in Gazzetta
Il primo passo ufficiale verso l’elezione diretta del Presidente della Repubblica è stato compiuto. Il 21 giugno scorso, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’annuncio della proposta di legge costituzionale promossa dal comitato ‘Nuova Repubblica’. Al centro, l’indizione di un referendum popolare di indirizzo per l’elezione diretta del Capo dello Stato e, in parallelo, l’istituzione di un’Assemblea costituente che si occupi di cambiare la nostra Carta fondamentale. Nello specifico, verso una nuova forma di governo del paese. L’iter, sia chiaro, è solo all’inizio. Ma l’iniziativa, covata da tempo da ‘Nuova Repubblica’, arriva dopo le numerose prese di posizione in favore del presidenzialismo da parte di alcuni dei leader politici italiani, nei giorni più bui dell’ultima crisi di Governo. Su tutti, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Insomma, in un contesto che sembra molto favorevole.
Elezione diretta del Presidente della Repubblica: la proposta in sintesi
Il percoso, in realtà, si annuncia tortuoso. Il sentiero scelto è quello della legge di iniziativa popolare. Dunque, a seguito della pubblicazione in Gazzetta, bisognerà passare alla raccolta di almeno 50mila firme. Poi, il testo (7 articoli in tutto) dovrà essere discusso in Parlamento. Se le Camere dessero il via libera, si aprirebbero due binari: gli italiani sarebbero chiamati a eleggere, alle prossime politiche, un’assemblea costituente di 200 membri. Contestualmente ad essa, inoltre, i cittadini dovrebbero esprimersi, tramite un referendum popolare di indirizzo, sul ‘sì’ o ‘no’ all’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Con il ‘sì’, l’Assemblea avrebbe il pieno mandato per cambiare la costituzione. Appunto, in senso presidenziale.
Presidente della Repubblica, elezione diretta: i precedenti. I primi passi
Di elezione diretta dell’inquilino del Colle se ne parla dall’alba della repubblica. Già durante i lavori dell’Assemblea Costituente che portarono alla Carta del 1948, infatti, si discusse di un’Italia guidata da un Capo dello Stato che fosse anche responsabile dell’esecutivo. In particolare, la proposta fu portata in quell’aula dall’insigne giurista Piero Calamandrei. Ma, sulla scorta dell’esempio del ventennio fascista, a vincere fu la paura dell’«uomo solo al comando». Si decise, quindi, per una repubblica parlamentare. E un Capo dello Stato garante della Costituzione, con tutti i suoi poteri di contrappeso e controllo sul premier. Nei decenni successivi, il dibattito, di fatto, non si è mai fermato. Il primo e più concreto passo, in realtà, arrivò soltanto con la Bicamerale del 1997, voluta da Berlusconi e D’Alema per ‘contrattare’ insieme una riforma della Costituzione. Tentativo che però durò poche settimane, dopo il naufragio dell’accordo politico tra i due leader.
Presidente della Repubblica, elezione diretta: i precedenti. Il premierato
Nel quinquennio di Governo 2001-2006, fu di nuovo Berlusconi ad ispirare una riforma costituzionale verso una nuova forma di Governo a impianto (di fatto, non in sostanza) presidenzialista. Questa volta, non per il tramite dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, ma col tentativo di ampliare i poteri del premier. In particolare, dando facoltà al Presidente del Consiglio di sciogliere le Camere e di nominare e revocare i Ministri (prerogative del Capo dello Stato). Proposta approvata dal Parlamento. Non dai cittadini. Il 61% di essi infatti la bocciarono con il referendum costituzionale del 2006. Negli anni successivi, inoltre, più volte Berlusconi e altri esponenti politici spingeranno verso un semipresidenzialismo alla francese. Senza mai raggiungere l’obiettivo.
Presidente della Repubblica, elezione diretta: i precedenti. Le ultime dichiarazioni
A maggio, in piena crisi di governo (sono i giorni del ‘no’ a Savona da parte di Mattarella e dello spettro del ritorno al voto), è la volta delle iniziative di Lega e Fratelli d’Italia; dopo gli annunci dei rispettivi leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I due partiti hanno raccolto nelle piazze le firme in favore dell’elezione diretta dell’inquilino del Colle. Il tutto, fino al 21 giugno, quando in Gazzetta viene pubblicata la proposta del comitato ‘Nuova Repubblica’, presieduto dal costituzionalista Giovanni Guzzetta.