Curriculum, ecco gli errori da evitare
Sono sufficienti poche pagine di un curriculum per trasmettere di sé un’impressione sbagliata o, al contrario, vincente: è proprio per questo motivo che quelle pagine devono essere redatte e curate con la massima attenzione. Ogni aspetto può essere decisivo nella scelta di un candidato per un posto di lavoro, a cominciare dalla foto che si inserisce nel cv: ovviamente sono banditi i selfie, così come sono da evitare tutte quelle fotografie che sarebbero perfette come post sui social network per suscitare l’invidia degli amici ma non sono così adatte a conquistare un recruiter. Una foto ideale è quella in cui la persona è ritratta da sola e di fronte, con uno sguardo professionale ma, ovviamente, non anonimo o spento. L’immagine che si offre della propria persona deve corrispondere a quella di una figura professionale in linea con le caratteristiche del ruolo a cui si aspira.
Quanto deve essere lungo un curriculum
La lunghezza del cv è un aspetto che è sempre fonte di dubbi e perplessità per chi è in cerca di un lavoro: la necessità di essere esaustivi, infatti, non si deve scontrare con il rischio di spedire un malloppo di decine di pagine che, con tutta probabilità, sarà cestinato ancor prima di essere letto. Va bene la completezza, dunque, ma a patto che non ci si dilunghi più del dovuto. Non bisogna mai dimenticare che le aziende ricevono tanti curriculum ogni settimana: ecco perché è importante essere sintetici e non far perdere tempo ai responsabili delle risorse umane destinati a leggere e a scegliere i résumé.
Curriculum in italiano o in inglese?
La scelta della lingua con la quale deve essere scritto il curriculum dipende dall’azienda per cui ci si candida: è chiaro che una redazione in inglese è una eccellente dimostrazione della padronanza della lingua, ma se tale competenza non è richiesta né utile per la mansione che si andrà a svolgere si tratta di uno sfoggio di capacità inutile, che anzi potrebbe perfino rendere difficile la comprensione del cv. D’altro canto, chi spedisce un curriculum scritto in inglese, o in un’altra lingua straniera, fa chiaramente capire che in caso di necessità non avrà problemi a trasferirsi all’estero.
I social network, croce e delizia dei candidati
Non si presta mai abbastanza attenzione a ciò che si posta sui social network: il rischio che una foto imbarazzante o un commento volgare sbuchino fuori nel momento meno opportuno, quando si ambisce a un colloquio in una grande multinazionale, è sempre dietro l’angolo. Ormai tutti i selezionatori consultano i profili social dei candidati, anche per verificare ciò che è stato scritto nel curriculum: se è vero che LinkedIn rimane il canale più utilizzato dai recruiter per reperire informazioni, è altrettanto vero che Twitter e Facebook possono rivelarsi delle armi a doppio taglio se in passato non sono stati gestiti in modo adeguato.
Personalizzare i curriculum
Fare riferimento a un esempio di curriculum per scrivere una prima bozza del il proprio résumé è senza dubbio utile, ma poi bisogna avere l’accortezza di personalizzare ogni cv che si invia a seconda dell’impresa o dello studio a cui è destinato. Le copie, insomma, devono variare, anche se per pochi dettagli, in funzione delle specifiche offerte di lavoro. Non ha senso inserire delle competenze che non hanno niente a che fare con il ruolo professionale offerto: la coerenza è un valore importante in questo senso, anche perché dà ai selezionatori l’impressione che il curriculum sia stato spedito con consapevolezza e non tanto per tentare la buona sorte.
Il web può rappresentare una grande opportunità
Internet è una risorsa di cui oggi non si può fare a meno per la ricerca di un lavoro: il già menzionato LinkedIn, a questo proposito, è uno strumento fondamentale, che permette di essere connessi con aziende di ogni angolo del mondo. L’importante è ricordarsi di aggiornare i dati inseriti, non solo per evitare di presentarsi con un profilo vecchio, ma anche perché tutte le modifiche che vengono apportate aumentano la visibilità degli utenti.