Claudio Pinti indagato per omicidio volontario, chi è l’uomo
La nuova accusa nei confronti di Claudio Pinti è quella di omicidio volontario. Pinti è un autotrasportatore di 35 anni, sieropositivo da 11, che aveva diffuso il virus HIV facendo sesso non protetto con circa 228 partner, sia donne che uomini.
L’uomo aveva confidato la sua malattia solo alle persone più care, le sue ultime due fidanzate, facendo loro pressione per non effettuare il test HIV, sostenendo la non esistenza della malattia. Dai messaggi Whatsapp scambiati con la ex compagna, una 47enne di Agugliano si legge: “Non andare dal medico, non fare visite, sono inutili. Il virus dell’Aids non esiste”.
La donna, invece, scoprendo di essere stata contagiata, lo denunciò prontamente. L'”untore” tentò di cancellare dal proprio telefono le conversazioni con la donna, portando il dispositivo a resettare presso un tecnico informatico. La polizia è riuscita, invece, a sequestrate cellulare, tablet, computer e altri dispositivi mobili, mezzi con cui l’uomo adescava i suoi partner con chat su internet.
Ora Pinti si trova nel carcere di Montacuto dopo l’arresto, scattato il 12 giugno, per lesioni dolose gravissime. E’ stato rinchiuso in una cella di isolamento, anche per evitare le rappresaglie degli altri detenuti che, non appena saputo dell’arrivo dell'”untore”, gli si sono scagliati contro con minacce verbali: “Sei finito!”, “Non appena esci ti stacchiamo la testa!”.
L’avvocato Alessandra Tatò ha richiesto per il suo assistito gli arresti domiciliari, meglio compatibili con il suo stato di salute; venerdì si attende il riesame.
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Claudio Pinti indagato per l’omicidio della ex compagna
La posizione di Pinti potrebbe ulteriormente aggravarsi perché la Procura di Ancona ha aperto un altro fascicolo sulla morte di Giovanna Gorini, una precedente compagna e convivente. La donna, da cui ebbe una figlia, è morta nel 2017, proprio per complicanze dovute all’Aids.
Gli agenti indagano per comprendere se Giovanna Gorini fosse a conoscenza della sieropositività del compagno e abbia comunque accettato di non prendere precauzioni, oppure se Pinti abbia agito in malafede, sottoponendo la donna al rischio di contagio.