Premio Strega 2018: Marco Balzano, chi è l’autore di ‘Resto qui’

Pubblicato il 27 Giugno 2018 alle 17:10 Autore: Giulia Della Martera
Premio Strega 2018

Premio Strega 2018: la cinquina di finalisti

La cinquina di finalisti per il Premio Strega 2018 è composta da:

  • Marco Balzano, “Resto qui”, Einaudi
  • Carlo D’Amicis, “Il gioco”, Mondadori
  • Helena Janeczek, “La ragazza con la Leica”, Guanda
  • Lia Levi, “Questa sera è già domani”, Edizioni E/O
  • Sandra Petrignani, “La Corsara-Ritratto di Natalia Ginzburg”, Neri Pozza Editore

Dopo la prima votazione, tenutasi il 13 giugno a Casa Bellonci, sono stati delineati i nomi dei cinque finalisti, con Paolo Cognetti, vincitore del Premio nel 2017, ha presieduto il seggio.

Il 5 luglio, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, avverrà la seconda votazione e sarà proclamato il vincitore della LXXII edizione del Premio Strega. La serata, condotta da Eva Giovannini, sarà trasmessa in diretta su Rai3.

Forse potrebbe interessarti anche: Sondaggi elettorali EMG, Movimento 5 Stelle sempre primo al 30,8%

Premio Strega 2018: Marco Balzano, chi è l’autore di ‘Resto qui’

Uno dei libri arrivati in finali è “Resto qui”. L’autore è Marco Balzano, giunto al suo quarto romanzo dopo: “Il figlio del figlio” (2010), “Pronti a tutte le partenze” (2013) e “L’ultimo arrivato” (2014).

Balzano è uno scrittore e insegnante milanese di 40 anni. Con i suoi testi, tradotti in diverse lingue europee, ha già vinto importanti premi- come il Premio Campiello nel 2015– e con l’ultima opera punta a raggiungere l’ambito “Premio Strega”.

Recensione Loro 2: un unico film, diviso in due macrosequenze

“Resto qui”, romanzo in finale al Premio Strega

La copertina del libro raffigura il campanile di Cutron, sommerso nell’acqua. Un’immagine di “grande e oggettiva potenza narrativa”, che ha ispirato l’autore, portandolo ad ambientare la sua storia in un ambiente nuovo e suggestivo, quello di una vallata del Sudtirolo. Balzano ha voluto allontanarsi dalle ambientazioni milanesi che avevano caratterizzato i precedenti lavori. Dalle tematiche del lavoro, dei conflitti generazionali, dell’emigrazione , passa a trattare il rapporto tra democrazia e progresso.

Questo conflitto di snoda in una vicenda realmente accaduta: il borgo originario del paesino di Curon, è stato distrutto per realizzare il progetto, di epoca fascista, di costruzione di una diga. L’opera, portata a termine nel 1950 dalla Edison, ex Montecatini, ha portato al completo allagamento della zona abitata dal lago artificiale della Reisa.

“Quel campanile esiste davvero, ed è l’unica traccia rimasta di una vallata del Sudtirolo sommersa dalle acque che, dopo la costruzione di una diga fortemente osteggiata dalla popolazione locale, hanno invaso le terre, le case, le stalle, i masi, i luoghi di una civiltà oramai cancellata.”

Quello di Balzano si conferma un romanzo civile, in cui la protagonista Trina è una donna determinata a rimanere, nonostante non vi siano più speranze, nel suo paese natio, dove affondano le sue radici e la sua identità. Il libro è narrato in forma epistolare: Trina parla con voce familiare ad una figura assente, quella della figlia Marica; perciò è come se la narratrice si rivolgesse a tutti noi, ad un tu indefinito.

Per il suo autore, “Resto qui”, non è solo la ricostruzione di una vicenda storica mai raccontata e dimenticata. Balzano vuole ridare dignità umana ai fatti e ai personaggi che hanno ispirato il romanzo, non riscriverne la storia.

SEGUI TERMOMETRO POLITICO SU FACEBOOK E TWITTER

PER RIMANERE AGGIORNATO ISCRIVITI AL FORUM