Ilaria Alpi: nuove indagini sull’omicidio, caso riaperto
Sarebbe felice Luciana Alpi, dopo una vita passata a chiedere giustizia per la morte della figlia Ilaria, alla notizia che le indagini sono state riaperte. Il gip di Roma ha infatti disposto 180 ulteriori giorni per indagare sul caso della giornalista italiana e del cameraman Miram Hrovatin, vittime di un attentato a Mogadiscio avvenuto il 20 marzo 1994.
Il giudice Andrea Fanelli ha respinto la richiesta da parte della Procura di Roma di archiviare il caso. La motivazione risiede nelle intercettazioni tra due cittadini somali, risalenti al 2012 e trascritte in un’udienza della Procura di Firenze. Il giudice ha disposto di ascoltare i protagonisti delle intercettazioni, in cui i due avevano rivelato che Ilaria Alpi non fosse stata uccisa da Hashi Omar Hassan- ingiustamente condannato- ma da militari italiani.
Inoltre verrà ascoltato l’avvocato Douglas Douale per chiarire se gli siano stati offerti dei soldi in cambio della difesa di Hashi Omar Hassan, da parte del governo somalo o di altre forze. Infatti nelle intercettazioni, Abdi Badre Hayle parlava di un ordine di versare 40mila dollari all’avvocato Douale in relazione alla questione “Hashi”
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Una speranza di giustizia per l’attentato a Ilaria Alpi
Si accende una luce di speranza in un caso che ha visto continui insabbiamenti. All’inizio fu negata l’autopsia sul corpo di Ilaria, poi sparirono i referti e furono ritrovati tra le carte di un trafficante di armi internazionali. Infatti la giornalista ventiquattrenne, inviata di Rai3, si trovava in Somalia per seguire una scottante inchiesta sul traffico internazionale di armi. Era una figura scomoda per i poteri forti, proprio come lo era stato Giulio Regeni.
Forse la mamma Luciana riuscirà ad ottenere la verità sull’omicidio di sua figlia, seppure a posteriori.