Tfr e Tfs non pagato: come fare la lettera al datore di lavoro.
Il Tfr o il Tfs sono delle liquidità che devono essere versate al lavoratore al termine del rapporto professionale. Ma se il datore di lavoro non paga cosa bisogna fare? Il versamento del trattamento di fine rapporto (o trattamento di fine servizio per i dipendenti assunti prima del 1° gennaio 2001) è obbligatorio. Ma può capitare che il datore di lavoro, perché è in crisi economica oppure perché semplicemente non vuole, non adempia a tale obbligo. In questi casi, il lavoratore è costretto a difendersi. Scopriamo come.
Tfr o Tfs non pagato: la lettera di messa in mora
Quindi può capitare, ed è già capitato a molti, che il lavoratore si trovi costretto a rimediare a questa sgradevole situazione. La prima cosa da fare è scrivere e inviare al proprio (ex) datore di lavoro una lettera di messa in mora. In questa il soggetto dovrà richiedere il versamento delle somme dovute relative al Tfr o Tfs. Inoltre sarà chiamato a precisare che se il pagamento non dovesse avvenire entro un tot di tempo, procederà per vie legali. Pretendendo così, oltre al trattamento dovuto, anche la rivalsa sulle spese legali sostenuti e ovviamente gli interessi da calcolare in base al ritardo del pagamento.
La lettera di messa in mora può essere scritta di proprio pugno; tuttavia è consigliabile affidarsi a un avvocato o a un consulente del lavoro, al fine di avere i migliori suggerimenti su quale strada prendere; ma soprattutto sulla giusta terminologia da utilizzare nella lettera stessa.
Tfr e Tfs non pagato: come scrivere la lettera di messa in mora
Su internet vi sono diversi esempi di come scrivere una lettera di messa in mora se il datore di lavoro non paga il Tfr o il Tfs. Riportando dunque gli esempi più comuni, la lettera comincia sempre con i dati relativi all’indirizzamento del destinatario. Bisognerà quindi inserire tutte le informazioni complete dell’azienda e del datore di lavoro a cui ci si rivolge, con tanto di indirizzo della sede legale e il numero di partita Iva dell’impresa. Come oggetto, bisognerà scrivere “Sollecito pagamento Tfr” oppure “Sollecito pagamento Tfs” per i dipendenti assunti prima del 1° gennaio 2001.
Quindi si prosegue con il contenuto della lettera vera e propria, in cui si informa che il Tfr/Tfs non è ancora stato ricevuto. E quindi si sollecita al pagamento dello stesso, come previsto dal regolamento del proprio CCNL. Su questo punto bisogna essere precisi, citando l’articolo e il CCNL di riferimento. Quindi si afferma che se il pagamento di quanto dovuto non dovesse avvenire entro un certo limite di giorni, si procederà per vie legali. Infine bisognerà inserire il luogo e la data in cui si scrive la lettera e firmarla. La lettera andrà inviata al destinatario per mezzo posta raccomandata con ricevuta di ritorno.
Trattamento di fine rapporto: pagamento in ritardo, quando inviare il reclamo.
Tfr e Tfs: cosa fare se il datore di lavoro ancora non paga dopo la lettera
In alcuni casi il sollecito può bastare per farsi corrispondere le somme dovute. Ma in altri bisogna passare alla seconda fase. Quindi, agire per vie legali. A questo punto si può ottenere un decreto ingiuntivo nei confronti del datore di lavoro che non ha pagato il trattamento di fine rapporto/servizio. Se anche questo non dovesse andare a buon fine, si dovrà proseguire con un’azione forzata. E quindi procedere con il deposito di istanza di fallimento o di pignoramento nei confronti dell’azienda inadempiente.
A questo punto può accadere che neppure le azioni legali portino al risultato. In questa eventualità, l’unico modo per avere quanto spetta, è rivolgersi al Fondo di Garanzia dell’Inps. A questo si possono riferire tutti i lavoratori dipendenti il cui datore di lavoro sia tenuto al versamento del contributo al Fondo di Garanzia stesso; nonché i soci di cooperative di lavoro in regola con i versamenti contributivi.