Liberato e la sua Napoli: quando la città si fa musica

Pubblicato il 28 Giugno 2018 alle 18:02 Autore: Martina Quagliano
Liberato Napoli

Liberato e la sua Napoli: quando la città si fa musica.

Negli ultimi tempi la città di Napoli ha vissuto un vero e proprio boom culturale, soprattutto nel settore cinematografico e musicale. In quest’ultimo campo, la città ha visto nascere numerosi artisti ed ha dato vita ad una nuova scena musicale, soprattutto nei generi rap e trap, che ha ridato gloria alla musica “made in Naples”.

Il rap e la  trap sono generi che, soprattutto negli ultimi anni, hanno scalato le classifiche nazionali ed internazionali; un’ulteriore opportunità, questa, per far conoscere la bellezza che Napoli è e che produce. Perché Napoli è bellezza. Napoli è amore. Lo sa bene Liberato, che ha fatto di questa bellezza partenopea  il caposaldo della sua musica.

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Liberato, tra critiche e lodi, una musica che concilia Napoli e le nuove tendenze

Dietro il suo anonimato (l’identità di Liberato è sconosciuta) molti hanno visto un’abile operazione di marketing che non ha risparmiato critiche neanche da parte di alcuni big della musica neomelodica. Proprio questo, però, ci vuole far intendere che la musica va oltre la persona: Liberato è Napoli, è il racconto della città tramite una musica che sa coniugare perfettamente la tradizione napoletana con i nuovi generi di tendenza (la trap per l’appunto), dialetto partenopeo ed inglesismi.

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I temi di Liberato

Il suo debutto avviene nel febbraio del 2017 con il brano Nove Maggio, ma è Tu t’e scurdat’ e me il pezzo che lo porta alla ribalta nazionale. In questo brano, per l’appunto, vengono citati numerosi luoghi suggestivi del napoletano: “chiove ngoppa a Procida e tu t’e scurdat’ e me”, “chiove ngoppa a Nisida e tu t’e scurdat’ e me”.

Anche il titolo della canzone Gaiola Portafortuna è un chiaro riferimento all’isola di Gaiola: Liberato, con questa canzone, vuole respingere le superstizioni che ruotano attorno a quest’isola, secondo cui sarebbe maledetta a causa delle premature morti di cui sono stati protagonisti i vari proprietari dell’isola nel corso del tempo.

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Il videoclip della canzone, girato da Francesco Lettieri, crea un intreccio tra Cuba e Napoli, creando un’atmosfera tra due culture diverse che qui sono perfettamente integrate. Liberato è integrazione ed uguaglianza. Nei video di Tu t’e scurdat’ e me, Intostreet e Je te voglio bene assaje, viene rappresentato l’amore di due giovani appartenenti a classi sociali diverse; in Me staje appennenn’ amò, invece, viene rappresentato un amore omosessuale.

Liberato: i concerti arrivano oltre i confini nazionali

Tutto questo lo dimostrano anche i suoi concerti: il primo della sua carriera si è tenuto, gratuitamente, proprio il Nove Maggio a Napoli, sul cosiddetto “Lungomare Liberato” (come viene definito dai cittadini da quando è stato reso pedonale dal Sindaco De Magistris); o anche il concerto tenutosi alla Barona, quartiere popolare e periferico di Milano.  La sua unicità gli ha permesso di arrivare anche all’estero: ha avuto l’onore e l’onere, infatti, di esibirsi al Sonar Festival di Barcellona e il video di Tu t’e scurdat’ e me è stato candidato ai Berlin Music Video Awards.

La Napoli degli ultimi, la vera Napoli: questa è la vera bellezza napoletana, quella raccontata da Liberato che, a dirla tutta, è il miglior portavoce che la città abbia avuto negli ultimi anni.

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