Non dal Senato e nemmeno dai ribelli Pd. I problemi più grossi per Matteo Renzi arrivano dal fronte economico. La prima grana riguarda, a sorpresa, il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, preoccupato più della sua credibilità in Europa che dei conti “ballerini” dell’Italia. Secondo quanto riporta Dagospia, l’inquilino di via XX Settembre avrebbe confessato agli amici più stretti “di aver sbagliato ad accettare di fare il ministro, avrei fatto molto meglio a continuare con gli uffici studi”. Padoan teme che le idee renziane in materia economica rischino di “compromettere la sua buona immagine di serissimo capo ufficio studi dell’Ocse”. Altra grana a cui il premier dovrà far fronte è la sostituzione, sempre più probabile, del commissario alla spending review Carlo Cottarelli che oggi ha smentito l’ipotesi dimissioni. I rapporti tra premier e commissario, rivela ancora Dagospia, non sono per niente ottimi. Addirittura Renzi avrebbe trovato il posto dove piazzare il Cottarelli dimissionario. La poltrona sarebbe quella di direttore esecutivo italiano al Fondo monetario internazionale. Padoan su indicazione dello stesso Renzi avrebbe informato Andrea Montanino (attuale direttore) che non sarebbe stato confermato.
E ultima grana in ordine di tempo è la nota mensile dell’Istat sulla crescita economica dell’Italia che rasenta la stagnazione. “Il recupero della crescita economica si annuncia più difficile di quanto prospettato – si legge nella nota mensile – I segnali provenienti dalle famiglie e dalle imprese sembrano delineare una fase di sostanziale stagnazione dell’attività economica anche se emergono alcuni segnali positivi sull’occupazione”. “La situazione economica è meno favorevole di quanto sperassimo, serve più sforzo per la crescita”.