Governo ultime notizie: Riforma Rai M5S, verso due reti privatizzate?
Beppe Grillo qualche giorno fa ha annunciato: due delle tre reti pubbliche verranno privatizzate, una terza non manderà più in onda la pubblicità. L’apertura alle potenzialità della rete, dunque, gli investimenti sui nuovi media, insieme alla lotta alla “casta”, sono da sempre in cima alle priorità del Movimento. D’altra parte, le parole del comico genovese, seppur suggestive, devono essere prese con le molle.
Di certo, più significativo l’ultimo intervento sul futuro della televisione pubblica di Luigi Di Maio; anche il capo pentastellato ha tratteggiato una “rivoluzione” in seno a “mamma Rai”. Tuttavia, il braccio di ferro con i leghisti sulle prossime nomine è appena cominciato: l’attuale Cda Rai è “scaduto” il 30 giugno. In ogni caso, sembra proprio che il vento giallo-verde sia pronto ad abbattersi sulla televisione pubblica.
Governo ultime notizie: Riforma Rai M5S, verso due reti privatizzate?
“Sarà fondamentale riuscire a rinnovarsi con nuove persone e nuove idee; inserendosi in una logica diversa da quella seguita fino ad oggi. In Rai deve iniziare a trionfare il merito e a entrare aria nuova. Il primo passo è la fine della lottizzazione e la pretesa di avere editori” ha di recente ribadito il ministro del Lavoro. Il riferimento è, innanzitutto, alle nomine, è chiaro che cambiando i vertici dell’azienda di Viale Mazzini i pentastellati avranno gioco facile a imporre un “cambio di passo”.
Insomma, nessuna vendita delle reti Rai proprio adesso che i 5 stelle possono metterci mano. Di Maio, quindi, ha sconfessato Grillo: “quella era una vecchia proposta del Movimento. Per ora nel contratto di governo noi abbiamo inserito soltanto che la Rai non vadano persone di partito”. Tuttavia, “sconsigliato” da Corte dei Conti e Autorità anti-corruzione, Di Maio non avrà la possibilità di attingere a figure esterne agli organici aziendali per quanto riguarda la direzione delle reti o dei Tg. Un fattore che favorisce senza dubbio la Lega. Nessun vincolo, invece, per i ruoli di rappresentanza, come il Presidente; in pole Gabanelli, Freccero, De Bortoli, tutti nomi graditi al Movimento.
Inoltre, un duello fondamentale tra i due partiti di governo si svolgerà sul ruolo di amministratore delegato (dopo la riforma di Renzi diventato ancor più fondamentale). Novità arriveranno di certo il 3 luglio, quando i partiti dovranno fare le proprie proposte per la Commissione di Vigilanza; l’11 luglio poi toccherà al Parlamento nominare quattro membri del Cda; due ne spettano al governo. Se sarà rottura rispetto al passato, al di là dei propositi di discontinuità, si saprà solo dopo la formazione del nuovo organigramma aziendale.