A vinovo c’è chi parte e c’è chi arriva, direzione unica Manchester United. Se Vidal sembra essere ad un passo dai Red Devils, alla Juvenuts oggi è arrivato Patrice Evra, il difensore arrivato da Manchester, sponda United, si è presentato ai giornalisti esibendo un italiano pressoché perfetto ed ha subito fatto capire che tipo è. Non certo di primo pelo, ormai la carta d’identità dice 33, il difensore francese di origini senegalesi ha iniziato la conferenza stampa in maniera insolita: ringraziando l’Italia.
“Ringrazio l’Italia perché mi ha aperto le porte del mondo professionistico. Marsala mi ha accolto quando avevo 17 anni e mi ha fatto sentire in famiglia. A Monza non ho giocato molto ma qui ho conosciuto i miei agenti, che sono tuttora per me dei fratelli. Sono stati loro poi a indirizzarmi al Nizza e nelle altre tappe della mia carriera, fino alla Juventus”. L’ex Manchester United ha poi chiarito i motivi che lo hanno portato a vestire la maglia bianconera e a lasciare i Red Devils: “Avevo parlato con Conte prima del Mondiale: mi voleva a tutti i costi alla Juve. Per questo quando mentre ero in vacanza ho appreso delle sue dimissioni sono rimasto sorpreso, ma ognuno fa quello che ritiene giusto. Io sono comunque contento della mia scelta e non sono assolutamente arrabbiato con Conte. Volevo lasciare Manchester per motivi personali, l’ho detto ai miei agenti tre mesi prima della fine della Premier e quando mi hanno detto dell’interesse della Juve io ho subito deciso. Il Manchester mi aveva anche proposto di fare il capitano, e non voleva lasciarmi partire, per la Juve non è stato facile ma sono molto contento di essere qui, in un grande club con una grande storia. Ora non diciamo che vinceremo la Champions League, ma che daremo il massimo e andremo il più lontano possibile. Sono qui per vincere il quarto scudetto di fila. So che è difficilissimo, ma a Manchester ho imparato la cultura della vittoria”
Evra ha ancora avuto modo di parlare del modulo di gioco e di uno dei problemi, al momento, più evidenti dell’Italia del calcio: il razzismo. “Ho iniziato giocando col 3-5-2, lo stesso usato in Nazionale. Nello United ho poi giocato col 4-4-2, insomma non esiste problema.” Mentre il razzismo “Esiste, è un problema di ignoranza. Ci sono passato, è difficile da combattere. Io sono un uomo felice, il resto è un problema degli ignoranti, non mio.”