Accadde oggi, 3 luglio: la capitolazione della Seconda Repubblica Romana
Accadde oggi, 3 luglio: Fare un Quarantotto un Quarantanove?
Tramite le espressioni “primavera dei popoli” o “Fare un Quarantotto” si descrivono i movimenti rivoluzionari che nel 1848 scoppiarono in tutta Europa.
La recessione economica del 1846-47, i raccolti fallimentari, il desiderio di combattere le ingiustizie sociali ed in alcuni casi la volontà di raggiungere l’indipendenza, sobillata dalla letteratura romantica di metà ottocento, diedero inizio ai moti del 1848.
I francesi si sollevarono e costrinsero il proprio re Luigi Filippo ad abdicare, proclamando, così, la seconda repubblica francese. Nel regno di Prussia, la sollevazione della Grande Polonia unita ad una rivolta popolare a Berlino misero in serio pericolo il regno di Federico Guglielmo IV. Nell’Impero Asburgico, invece, la situazione fu la più critica. A Vienna i cittadini della capitale scesero in piazza costringendo l’Imperatore ad abdicare, le rivalità tra slavi e tedeschi in Boemia e Moravia sfociarono in scontri aperti, l’Ungheria proclamò la propria indipendenza sfruttando la debole reggenza del nuovo Imperatore Francesco Giuseppe ed infine nel lombardo-veneto, Milano e Venezia proclamarono la propria indipendenza.
Accadde oggi: Italia protagonista nel turbolento biennio 1848-1849
La penisola italiana non fu una semplice testimone della situazione europea, anzi, partecipò attivamente al fine di supportare i compatrioti lombardoveneti sotto la dominazione austriaca. Il Regno di Sardegna dichiarò guerra all’Austria e gli altri Stati Italiani tra cui il Gran Ducato di Toscana e lo Stato Pontificio inviarono dei volontari per rinvigorire i ranghi del piccolo esercito piemontese.
Le idee di indipendenza si spostarono velocemente in ogni angolo d’Europa e raggiunsero persino il piccolo Stato della Chiesa. In un primo momento, Papa Pio IX inviò truppe a sostegno dei piemontesi contro gli austriaci, i quali all’epoca erano i principali sostenitori della religione cattolica dato il ruolo predominante che la religione aveva all’interno della casata degli Asburgo d’Austria.
Accadde oggi: la proclmazione della (breve) Seconda Repubblica Romana
L’ossimoro venutosi a creare divenne imbarazzante (combattere il più grande difensore della Chiesa Romana) per Pio IX tanto da costringere il Pontefice a ritirare le truppe il 29 aprile 1848. Gli ideali dei moti del ’48 come la giustizia sociale e diritti penetrarono all’interno della società pontificia. La popolazione, dapprima, costrinse il governo temporale del Pontefice a deliberare una costituzione ed infine, dopo la ritirata delle truppe pontificie dai combattimenti contro gli austriaci, fece divenire insostenibile la situazione per il Santo Padre talché il Papa dovette abbandonare la capitale travestito da Sacerdote.
Il 9 febbraio 1849 venne proclamata la Seconda Repubblica Romana (la prima fu quella creata da Napoleone):” Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato romano” art.1 Decreto Fondamentale.
La repubblica romana ebbe vita breve, difatti, durò pochi mesi ma gli ideali per cui morirono i difensori di tale Stato furono promotori dei postulati del Risorgimento Italiano.
Il governo della Repubblica fu retto da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi. Durante il suo governo, Mazzini introdusse i modelli del mazzinianesimo come l’abolizione della pena di morte, il suffragio universale maschile e, quasi ironicamente, la libertà di culto.
Accadde oggi: Napoleone III, attore chiave per restituire Roma alla Chiesa
Nello stesso periodo di vita della Repubblica, il futuro imperatore di Francia Napoleone III si preparava a ristabilire il potere temporale del Papa su Roma al fine di guadagnarsi una larga fascia di voti nella madrepatria. Pertanto, un corpo di spedizione francese sbarcò nel Lazio mentre alcune città della Romagna e dell’Emilia tentavano di difendersi dallo sconfinamento degli austriaci. La Repubblica Romana appena nata dovette affrontare subito la sfida più importante, ovvero quello riguardante la sua sopravvivenza. A guidare un gruppo di legionari destinati alla difesa della repubblica romana venne assegnato il generale Giuseppe Garibaldi. Tra le sue fila si arruolò un giovane uomo che durante la difesa di Roma, prima di morire, finì di scrivere il “Canto degli Italiani”: Goffredo Mameli.
Accadde oggi, 3 luglio 1849: cade l’ultima resistenza della seconda Repubblica Romana
L’avanzata dei francesi fino a Roma fu inarrestabile. Fu impossibile per i romani tentare di bloccare l’invasione. Roma, l’ultimo bastione della Repubblica venne assediata. Garibaldi, tentò di convincere l’esecutivo repubblicano a spostarsi da un’altra parte affermando:” Dovunque saremo, colà sarà Roma”. Il rifiuto del triumvirato non negò però la possibilità a Garibaldi di abbandonare la capitale in stato di assedio per tentare di difendere perlomeno la Repubblica di San Marco, essendo Venezia assediata dagli austriaci.
La Repubblica Romana cadde de iure il 4 luglio 1849, ma de facto il 3 luglio 1849 quando i francesi riuscirono ad entrare a Roma sbaragliando la difesa repubblicana e dirigendosi verso il centro della città dove in quel momento la Costituzione stava venendo proclamata. Lo stesso giorno instaurarono un governo militare nella città mentre attendevano il rientro del Pontefice.
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Accadde oggi: dal 3 luglio 1849, la restaurazione non placò la resistenza repubblicana
La Restaurazione post-napoleonica decisa dal Congresso di Vienna nel 1814, si era dimostrata un disastro e difatti, gli Stati che vissero i movimenti rivoluzionari del ‘48 tentarono di riformare i propri codici al fine di evitare che un così grande movimento potesse accadere nuovamente (basti pensare all’introduzione della doppia monarchia nell’Impero Asburgico divenendo così Impero Austro-Ungarico).
In Italia, e più precisamente nello Stato Pontificio questa piccola accortezza non venne presa in considerazione causando un restaurazione di Pio IX al trono di Roma (venne abrogata la Costituzione Pontificia del ’48, le libertà che resero la Repubblica Romana unica ed ulteriori leggi). L’effetto desiderato dai francesi e dalla Chiesa si rivelò completamente sbagliato. Difatti, i romani continuarono a covare risentimenti indipendentisti e anti-papali tanto che, come segno della resistenza romana contro i poteri esterni alla Repubblica, sulla breve rampa di scale che scende verso la Sala Grande, all’interno di Palazzo Colonna, ancora oggi, una palla di cannone, sparata dal Gianicolo dall’esercito francese, è conservata esattamente nello stesso punto dal 1849.
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