Decreto dignità: cosa prevede il testo approvato ed entrata in vigore
Decreto dignità: cosa prevede il testo approvato ed entrata in vigore
Lotta alla precarietà attraverso una stretta ai contratti a tempo determinato. Paletti alle delocalizzazioni di aziende all’estero. No alle pubblicità del gioco d’azzardo sul modello ‘sigarette’. E, infine, mini pacchetto fiscale con riduzioni a redditometro e spesometro. È l’impianto dei 12 articoli del decreto dignità, il primo provvedimento licenziato ieri lunedì 2 luglio 2018 dal Consiglio dei Ministri del governo Lega-5 Stelle.
Rispetto alle anticipazioni della bozza circolate nelle scorse settimane e oggetto di numerose uscite da parte del Ministro di Lavoro e Sviluppo Economico Luigi Di Maio, saltano però la prevista abolizione dello staff leasing. Così come la compensazione universale automatica tra crediti e debiti nei confronti della pubblica amministrazione. Non sono presenti nel dl nemmeno le nuove norme sui riders. In merito, al Ministero del Lavoro, proprio lunedì, è partito il tavolo negoziale tra esecutivo e società di food delivery. Primo incontro, senza esito, di una trattativa che si prospetta comunque complessa e piena di insidie.
L’iter – Dopo l’emanazione da parte del Presidente della Repubblica, toccherà al Parlamento convertire in legge il decreto dignità. Deputati e sentori hanno solo 60 giorni di tempo dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questo perché nel caso in cui le Camere non dovessero approvare entro il termine descritto sopra le disposizioni contenute nel dl, esse decadrebbero con effetto automatico.
Decreto dignità: lotta alla precarietà
Il governo ‘stringe’ le maglie sulla stipula dei contratti a tempo determinato. In primis, le aziende non potranno prorogare più di 4 volte queste tipologia di rapporto di lavoro (fino a ieri il limite era 5), comunque con un limite massimo di 24 mesi, e non più di 36 come da prima bozza del dl. Poi, ad ogni rinnovo, l’imprenditore dovrà sborsare lo 0,5% in più di spese contributive sull’addizionale dell’1,4% istituita per finanziare la Naspi. Inoltre, se un’azienda vorrà rinnovare un contratto oltre i 12 mesi, dovrà darne adeguata giustificazione. Sono le cosiddette ‘causali’ obbligatorie, di tre topologie: temporanee, oggettive o per esigenze sostitutive; connesse ad un incremento temporaneo, significativo e non programmabile delle attività ordinarie; per picchi e attività stagionali.
Di contro, sparisce dal dl l’annunciata abolizione dello staff leasing. Ossia la possibilità, concessa alle agenzie di lavoro, di assumere persone a tempo indeterminato, collocando poi queste ultime presso i propri clienti attraverso la stipula di contratti a somministrazione. Staff leasing che, ricordiamo, rappresenta uno tra gli automatismi più utilizzati per rendere flessibile il mercato del lavoro in Italia.
Le reazioni – Durissimo il PD: tanti gli esponenti del Nazareno contrari al dl. Per i dem infatti la stretta sui contratti a tempo determinato condurrà soltanto ad un aumento del tasso di disoccupazione. Secondo uno studio di Datagiovani pubblicato dal Sole24Ore, invece, le nuove norme metterebbero a rischio il rinnovo di circa 900mila contratti a tempo determinato in scadenza ad agosto (1,6 milioni se si considerano anche quelli con termine a dicembre).
Decreto dignità: licenziamenti, interruzioni più ‘salate’
Nel decreto dignità anche un corposo aumento degli indennizzi per i licenziamenti senza giusta causa previsti dal Jobs Act: +50%, comunque non oltre un tetto massimo di 36 mensilità. Capitolo insegnanti: prevista una proroga di 120 giorni su quello che doveva essere il licenziamento, secondo i dettami di una sentenza del Consiglio di Stato. Il governo, dunque, prende tempo, scongiurando in parallelo il possibile caos a settembre, quando inizierà il nuovo anno scolastico.
Decreto dignità: gioco d’azzardo, no alle pubblicità sul modello ‘sigarette’
Stop alle pubblicità del gioco d’azzardo, esattamente come accaduto con le sigarette. Il governo dice infatti ‘no’ alle sponsorizzazioni sui media per le concessionarie di giochi e scommesse che prevedono un compenso in denaro in caso di vittoria. Un divieto che non si applicherà sui contratti in essere, né su lotterie a estrazione in differita (una su tutti, la Lotteria Italia). Esclusi, inoltre, tutti quei giochi che hanno ottenuto il logo ‘Gioco sicuro e responsabile – Agenzia delle Dogane e dei Monopoli’. Insomma, salvato il gettito fiscale proveniente da gratta e vinci e altri ‘giochi’ gestiti dallo Stato.
Decreto dignità, delocalizzazioni: multe salate alle aziende beneficiarie di contributi pubblici
Nel decreto dignità, paletti anche sulle delocalizzazioni. Gli imprenditori che trasferiranno all’estero le proprie attività dopo aver ricevuto un contributo statale, non potranno beneficiarne per i successivi 5 anni. Previste, inoltre, multe da 2 a 4 volte l’entità del contributo stanziato. Unica incertezza ancora da chiarire, riguarda l’applicabilità delle disposizioni alle imprese che delocalizzeranno all’interno dell’Unione Europea. Ricordiamo, come abbiamo anticipato, che una norma similare era stata già approvata nella scorsa legislatura all’interno della legge di Stabilità del 2014.
Decreto dignità: pacchetto fiscale, giù redditometro e spesometro
Ultime ma non meno importanti, le nuove norme sul fisco. L’esecutivo ha ridotto infatti il redditometro. E ha allungato i termini dello spesometro (misure entrambe introdotte contro l’evasione dell’IVA): fatture e dati dovranno essere emessi entro il 28 febbraio 2019. Di più, col decreto, viene cancellato lo split payement (il versamento dell’IVA direttamente allo stato), ma soltanto in favore dei liberi professionisti.