Termometro Finanziario: mercati in ribasso, correzione o fine della corsa?
Settimana in decisa correzione sulle principali borse mondiali: per il momento il calo è abbastanza fisiologico, considerando se si considera il rally in atto da oltre sette mesi, e dunque le prese di beneficio da parte degli operatori non devono stupire. La lente attraverso cui guardare i mercati, però, restano i dati macro, che segnalano luci ed ombre.
[ad]Ricordiamo brevemente che la Spagna sta scricchiolando, e ciò è ben dimostrato dallo spread fra Bonos spagnoli e Bund tedeschi, tornato in area 400 punti: se l’austerity imposta da Berlino e Paesi affini non dovesse funzionare (come la logica,la teoria e la pratica economica fanno intendere), l’Europa potrebbe non avere denaro sufficiente a salvarla, visto che stiamo parlando di un Paese non minuscolo, e con un debito pubblico ben disseminato nel sistema bancario, e che potrebbe dunque scatenare una crisi che accentuerebbe l’effetto domino partito con la caduta della Grecia e il progressivo afflosciamento del Portogallo: subito dopo la Spagna, va ricordato, c’è l’Italia, e il suo elefantiaco debito pubblico.
I dati macroeconomici, invece, fanno intuire che potremmo essere ad un punto di svolta, e le notizie positive degli ultimi tempi potrebbero lasciare il posto ad almeno un sospiro di rallentamento. Se gli indici dei direttori degli acquisti, segnatamente quelli USA, fanno trasparire ottimismo, non così è per il mercato del lavoro: venerdì il report sul lavoro ha segnalato che, pur essendo il tasso di disoccupazione calato dell’8,2%, i nuovi posti di lavoro creati si sono fermati a 120mila unità, ben sotto le 200mila attese. Dato per nulla incoraggiante, se si pensa che non può esserci ripresa vera se non riparte il mercato del lavoro, e se tutti questi disoccupati non verranno riassorbiti.
Quanto ai dati macro, la settimana prossima sarà piuttosto avara di notizie attese: i report che più condizioneranno i mercati verranno rilasciati prevalentemente giovedì e venerdì.
Nel primo caso, al mattino conosceremo il dato della produzione industriale europea, che dovrebbe attestarsi in contrazione a -0,2%, in ribasso rispetto al mese precedente (0,2%); al pomeriggio usciranno i consueti “jobless claims”, che dovrebbero mostrare che i nuovi sussidi di disoccupazione richiesti negli USA sono stati 359 mila, in rialzo rispetto ai 359mila della settimana scorsa. Completano la giornata i prezzi alla produzione USA, che dovrebbero crescere allo stesso tasso segnato nel mese precedente.
Venerdì mattina occhio ai prezzi al consumo tedeschi, tema molto caro a Berlino e dintorni: questa misura dell’inflazione dovrebbe segnare un rialzo dello 0,3%, come il mese precedente. Nel pomeriggio verrà resa nota la medesima statistica relativa agli Stati Uniti (+0,3% secondo il consensus), e inoltre si avrà la lettura preliminare dell’indice che misura la fiducia delle famiglie dell’università del Michigan, prevista stabile sui livelli dell’ultima rilevazione.