Nicola Pacifico: aperta inchiesta, c’è un indagato. Via alla ricostruzione

Pubblicato il 5 Luglio 2018 alle 10:04 Autore: Antonella Cariello
Nicola Pacifico

Nicola Pacifico: aperta inchiesta, c’è un indagato. Via alla ricostruzione

Aperta un’inchiesta sul decesso dello chef salernitano morto domenica 1 luglio in seguito a un incidente stradale. Si chiamava Nicola Pacifico e versano lacrime amare sulla sua dipartita non solo nel suo paese di residenza, Roccadaspide, provincia di Salerno, ma anche ad Agropoli, città dove aveva sede il ristorante in cui Pacifico lavorava, il Dietro l’angolo, che gestiva affiancato dal fratello Lorenzo.

La dinamica dell’incidente costato la vita a Nicola Pacifico

E’ accauto nel pomeriggio della scorsa domenica, sulla statale 166, presso la località Vuccolo Maiorano a Capaccio Paestum. Pacifico era uscito di casa per recarsi sul posto di lavoro. Erano le 17.30 quando la moto su cui viaggiava il 31enne campano si è scontrata con un’auto. Gli effetti del forte impatto col manto stradale, avvenuto nei pressi di via Tempa San Paolo, non sono stati mitigati dal casco che indossava Pacifico. Nonostante i soccorsi fossero accorsi sul luogo del sinistro, non si è potuto che prendere atto del decesso di Nicola Pacifico.

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Nel decesso di Nicola Pacifico c’è un indagato. Via alla ricostruzione

Sono stati incaricati Antonio Giordano (esperto di infortunistica stradale) e il medico legale Luigi Mastrangelo di indagare sulla morte del cuoco rocchese. A oggi, risulta essere iscritto nel registro degli indagati un uomo di origini irpine, un 49enne di Candida, comune in provincia di Avellino. L’uomo era guida della Ford Focus contro cui si è schiantato il ciclomotore su cui viaggiava Nicola Pacifico. Con lui nell’auto la sua famiglia. Nonostante l’indagato, sopravvissuto allo schianto della vettura contro un muro facente parte di una recinzione privata, si sia mobilitato per avvisare i soccorsi, a oggi dovrà rispondere dell’accusa di omicidio stradale. Ancora una volta, si riconferma la triste realtà delle vite che miete quel maledetto tratto stradale della SS166.

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L'autore: Antonella Cariello