Bollo auto 2018: fermo amministrativo, costo e sanzioni previste
Bollo auto 2018: fermo amministrativo, costo e sanzioni previste.
Non è stato pagato il bollo auto 2018 non pagato e l’Agenzia delle Entrate invia una cartella esattoriale, che quindi dovrà essere pagata entro il termine di 60 giorni. Ma neppure questo limite temporale viene rispettato. Cosa succede in questo caso? Si può disporre il cosiddetto fermo amministrativo, vale a dire il “blocco” del bene mobile, in questo caso il veicolo. Sostanzialmente, dopo il blocco l’auto per la quale manca il pagamento del bollo non potrà più circolare, fatte però alcune eccezioni. In caso di mancato rispetto del regolamento, si andrebbe incontro a sanzioni importanti.
Bollo auto 2018: cos’è il fermo amministrativo e come funziona
Dunque si parla di fermo amministrativo quando un’amministrazione o un ente competente (come la Regione) tramite concessionario della riscossione blocca un bene mobile del debitore. Lo scopo è quello di riscuotere il mancato pagamento di un’imposta o di una multa dovuta a infrazione del Codice della Strada.
Il fermo amministrativo viene sancito dall’iscrizione del provvedimento nel Pubblico Registro Automobilistico. Il fermo amministrativo resta in vigore finché il debitore non recupera il credito e quindi il provvedimento non viene cancellato dal PRA. Una volta che il veicolo è stato bloccato, questo non può circolare; né può essere demolito, né infine venduto; ma anche in caso di vendita il veicolo iscritto nel PRA non potrebbe circolare né essere demolito o esportato. In caso di debito non pagato a oltranza, il concessionario della riscossione ha la possibilità di agire forzatamente relativamente alla vendita del veicolo.
Qualora il pagamento non venga effettuato entro 30 giorni dalla notifica, la sanzione può essere una multa che parte da 776 euro fino a 3.111 euro, ma che si può tradurre anche nella confisca del mezzo. In questo caso la proprietà del veicolo passa direttamente allo Stato.
Bollo auto 2018: come cancellare il fermo amministrativo
Dopo aver pagato l’imposta dovuta, il debitore dovrà provvedere a cancellare il fermo amministrativo. Come riporta Aci, la procedura consiste nel presentare l’apposita documentazione in un qualsiasi ufficio provinciale del Pubblico Registro Automobilistico. La documentazione da presentare consiste nei seguenti elementi.
- Provvedimento di revoca originale. Si tratta di un documento che viene rilasciato dal concessionario della riscossione dopo il saldo del debito. Il documento deve contenere i dati del veicolo, del debito, nonché l’importo del credito di cui si richiede la cancellazione.
- Certificato di Proprietà, o Certificato di Proprietà Digitale. Sul retro di questo documento bisognerà compilare la nota di richiesta o il foglio complementare.
- Modello NP-3. Questo in caso non venga utilizzato il CdP o il CdPD.
La cancellazione dal PRA ha un costo. Bisognerà infatti pagare l’imposta di bollo pari a 32 euro nel caso si usi il Certificato di Proprietà (anche Digitale); oppure 48 euro nel caso si usi il modello NP-3.
Infine, quando la richiesta viene accolta, il fermo amministrativo sarà cancellato definitivamente e quindi verrà rilasciato il nuovo Certificato di Proprietà Digitale.
Bollo auto 2018: fermo amministrativo, casi particolari ed eccezioni
Ci sono due casi in cui la cancellazione dal PRA avviene in modo gratuito. Il primo caso si verifica nell’eventualità ci sia stato un errore da parte del concessionario della riscossione. Ovvero nel caso in cui ci sia stato un errore di iscrizione del fermo amministrativo basato su un importo non dovuto dal debitore. La cancellazione è gratuita anche nell’eventualità in cui il veicolo “in fermo amministrativo” sia stato in realtà venduto prima dell’iscrizione del fermo stesso nel PRA.
Sempre parlando di fermo amministrativo, si registrano anche alcune eccezioni, che fanno riferimento alla Legge 104. Anche i veicoli usati da chi usufruisce della suddetta Legge può essere in stato di fermo amministrativo. L’eccezione riguarda tutti quei soggetti (disabili o caregiver) che possano dimostrare come l’autoveicolo bloccato risulti essere un bene indispensabile per lo svolgimento regolare della sua attività lavorativa, nonché di assistenza e cura.