Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello condannata a 30 anni. La sentenza
Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello condannata a 30 anni. La sentenza
Sentenza definitiva per Veronica Panarello, condannata a scontare trent’anni di reclusione per l’omicidio di suo figlio, Loris Stival. Il giudice Andrea Reale ha confermato l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, escludendo però la premeditazione.
Il processo con rito abbreviato, richiesto dai legali della donna, sarà accompagnato da una perizia psichiatrica, per chiarire se Veronica sia o meno in grado di intendere e di volere. La madre della vittima, fin dall’epoca dei fatti, avvenuti nel 2014, si è sempre ritenuta innocente e ha continuato a ribadirlo ieri in aula, in lacrime.
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Omicidio Loris Stival: Veronica Panarello a rischio processo per calunnia
Non è mai stata creduta dagli inquirenti, Veronica Panarello, anche quando è arrivata ad accusare suo suocero di aver ucciso il piccolo Loris e di aver fatto ricadere la colpa su di lei; accuse urlate a voce alta anche nella giornata di ieri, durante la lettura della sentenza. La giovane madre rischia, ora come ora, un secondo processo per calunnia nei confronti dell’uomo, Andrea Stival.
Per giunta, il giudice l’ha privata della responsabilità genitoriale; il secondogenito della coppia verrà dunque affidato alla famiglia paterna. Rimane in silenzio Davide Stival, padre della vittima, il quale, fin dal primo momento ha sempre avuto sospetti sulla moglie, che ormai da tempo aveva iniziato a comportarsi in modo anomalo.
Omicidio Loris Stival: cosa accadde, i fatti
Il piccolo Loris, di 6 anni appena, perse la vita tra le mura domestiche il 29 novembre del 2014, a Santa Croce Camerina.
Quel giorno, sua madre raccontò di non averlo trovato all’uscita da scuola e di essersi recata dai carabinieri per sporgere denuncia di scomparsa. Le maestre del bambino dichiararono che Loris, quella mattina del 26 novembre, in classe non vi era mai entrato.
I primi sospetti caddero sulla madre a causa delle continue versioni discordanti e contraddittorie fornite agli inquirenti durante le ricerche del bambino. Il corpo senza vita del piccolo Loris venne ritrovato tra le campagne della città, gettato in un canale. La morte era sopraggiunta per strangolamento e al collo portava ancora i segni di una fascetta da elettricista; le stesse che vennero poi ritrovate nella cantina di Casa Stival.
Veronica Panarello, dapprima dichiaratasi innocente, in secondo luogo disse che il bambino si era soffocato da solo, mentre giocava con le fascette che utilizzava suo padre per lavoro; infine, la donna accusò suo suocero di aver ucciso il bambino perché giunto a conoscenza di una loro presunta relazione. Versione, questa, subita smentita dall’uomo e considerata dagli inquirenti un modo disperato di scagionarsi. Ancora oggi, la donna, continua a dichiararsi innocente.