Ragazzi grotta Thailandia in quarantena, come stanno dopo il salvataggio
Ragazzi grotta Thailandia in quarantena, come stanno dopo il salvataggio
La vicenda che ha tenuto per due settimane gli occhi di mezzo mondo incollati alla televisione, si è conclusa. I 12 baby calciatori e il loro allenatore 25enne sono stati tratti in salvo dalla grotta thailandese di Thuam Lang, allagata a causa dei monsoni. Sono stati giorni di grande tensione, speranza e paura per le sorti degli sfortunati ragazzini e del loro imprudente accompagnatore; grazie all’intervento dei Navy Seals thailandesi, dei sommozzatori, degli ingegneri, dei medici e dei volontari accorsi da diversi Paesi per dare il proprio contributo all’operazione di salvataggio.
I “cinghialotti”- il nome della squadra dei 12 ragazzini- ora si trovano in ospedale. Non hanno ancora potuto riabbracciare le proprie famiglie perché sono tenuti in quarantena, precauzione per evitare rischio infezioni. Tre di loro presentano delle infezioni polmonari, curabili con qualche giorno di cura antibiotica. In generale le condizioni di salute fisica e mentale sono buone, salutano e sorridono dietro il vetro dell’ospedale.
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Ragazzi grotta Thailandia: le operazioni di salvataggio e le polemiche
A rendere possibile la massiccia operazione, durata tre giorni, è stato l’abbassamento del livello di acqua nella grotta, prosciugata parzialmente con l’uso di una pompa idrovora. Caso vuole che questo macchinario si sia rotto proprio dopo l’uscita dell’ultimo tecnico; se fosse accaduto prima, non ci sarebbero state le condizioni per salvare i piccoli. Lungo i 5 km di cunicoli, i soccorritori si sono disposti come catena umana per vigilare sul passaggio dei ragazzi, portati fuori dai sommozzatori.
Nei primi video rilasciati dai Navy Seals è visibile il fatto che alcuni dei prigionieri della grotta siano stati sedati, probabilmente per evitare crisi nervose e facilitare il percorso di uscita. Sono tuttavia già scoppiate le prime polemiche; il capo primo ministro thailandese Prayuth Chan-ocha ha smentito l’utilizzo di sedativi pesanti, confermando invece la somministrazione di normali ansiolitici.
Nonostante tutti i malcapitati della grotta si siano salvati e che le loro condizioni di salute siano tutto sommato buone, non si può concludere che la vicenda abbia avuto un lieto fine. Durante le operazioni ha perso la vita un soccorritore, a causa della mancanza di ossigeno nella grotta
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