Ho appena finito di leggere “La mossa del riccio”, un librettino che, raccontando una storia personale, cerca di incitare a fare politica.
Ultimamente partecipo a diverse attività politiche e devo dire che l’allergia delle persone alla politica un po’ la capisco: c’è uno scollamento enorme tra chi fa politica da anni e chi non la fa anche a livello di percezione di cosa è importante o meno e c’è ormai anche una differenza di vocabolario. Colmare questa distanza è compito di chi fa politica. Per farlo è necessario lasciare un po’ il controllo, avere il coraggio di parlare con le persone in modo spontaneo e naturale, senza troppe ansie da prestazione.
C’è però un secondo passo necessario e deve farlo chi non si è mai occupato di politica. Come dice Metilparaben (con un tono un po’ troppo saccente):
Ogni volta che mi capita di andare in giro a raccogliere le firme per qualche iniziativa politica, come sto facendo in questi giorni per “Teniamo famiglia“, mi tocca pormi il problema di tutti quelli -tanti, tantissimi- che quando li avvicini non ascoltano manco quello che stai proponendo e se ne scappano di corsa, manifestando in tal modo -a volte esplicitamente- il loro completo disinteresse per ogni questione che abbia una -sia pure vaga- connotazione politica.Ebbene, a mio parere fregarsene di quello che succede nel posto in cui si vive rifiutandosi di assumere una posizione sulle problematiche che lo animano sarà pure un atteggiamento legittimo, ma non rappresenta il massimo della responsabilità: e sono convinto che la classe politica del nostro paese si sia trasformata nella “casta” di cui tanto si parla in questi anni proprio grazie a quel disinteresse, che le ha consentito di agire indisturbata e consolidare le proprie rendite di posizione ai danni della collettività.Il che, se ci si pensa bene, conduce a conclusioni sorprendenti: perché in qualche modo sono proprio quelli che si tengono lontani dalla politica sostenendo che si tratti di una cosa “sporca” ad averla resa tale con la loro inerzia; e perché il meccanismo, con ogni evidenza, tende ad autoalimentarsi, dando luogo ad un circolo vizioso per cui più la gente si allontana dal governo delle cose, più le cose vengono governate male; e più le cose vengono governate male, più aumenta la gente che se ne allontana.Non ho ben capito se questa massa di “disinteressati” soffra davvero, assistendo allo sfascio generale, o se non abbia capito che tornare a fare politica, ciascuno al livello che la propria vita gli consente, è l’unico modo per invertire la tendenza; oppure se sia semplicemente pigra, e accampi la scusa dello sdegno per continuare a strafottersene allegramente di quello che le succede intorno, salvo poi darne la colpa agli altri.Comunque la si veda, un fatto è certo: finché questo nodo non verrà sciolto, ho paura che le cose continueranno a peggiorare.Perché i problemi, com’è noto, non si risolvono da soli: e delegarli interamente agli altri, comunque la si pensi, è un atteggiamento che definire infantile sarebbe un eufemismo.
Diceva Martinazzoli che se tu non ti occupi di politica, comunque la politica si occupa di te. Che non significa che i politici si preoccupano di te, ma che decidono cose che poi ti toccano.
La politica sa essere deprimente per le lentezze e i tempi lunghissimi, spesso si ha la sensazione che è tutto inutile, tanto decidono in pochi e non cambia nulla. Ma è così perché sono pochi quelli che partecipano. Come dice Ilda Curti
Renzo Bossi detto Trota ha racimolato 11.985 preferenze. A parte gli eletti con il Porcellum (dal 2008) se si fa una ricerca un sacco di quelli con le mani nel sacco hanno racimolato preferenze. In questa ondata anti-casta citiamo per correità anche un pezzo di società italiana che l’ha permessa, votata, acclamata? L’indignazione popolare, in questo paese, per una volta si riesce a manifestarla prima e non dopo la caduta degli Dei?
Se vogliamo un Paese migliore dobbiamo mettere a prendere decisioni persone migliori. E magari qualcuno deve farsi carico di provare ad essere tra quelle persone. Lamentarsi non basta, è ora di assumersi responsabilità, sapendo che costerà tempo, energie e delusioni.Come tutte le cose importanti della vita, per ottenerle serve tanto tempo e tanto sforzo. Se uno non vuole trovare questo tempo e queste energie poi non si lamenti che le cose vanno male e che restano solo persone schifose.
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