Pier Paolo Minguzzi: caso riaperto
La Polizia di Ravenna ha riaperto il caso dell’omicidio di Pier Paolo Minguzzi, avvenuto 31 anni fa, il 21 aprile 1987. I pm Alessandro Mancini e Marilù Gattelli condurranno l’indagine, in cui sono indagate tre persone per sequestro di persona, omicidio aggravato e occultamento di cadavere.
Minguzzi, che aveva solo 21 anni, proveniva da una famiglia di imprenditori nel settore ortofrutticolo, frequentava l’università. Inoltre svolgeva servizio come carabiniere di leva ad Alfonsine. All’una di notte di quel 21 aprile 1987, Pier Paolo fu rapito mentre stava rincasando con la sua Golf rossa e portato in una stalla abbandonata nel Ferrarese.
Poco dopo i suoi rapitori lo soffocarono e poi gettarono il cadavere, legato ad una grata pesante, nel Po di Volano. Il corpo riemerse dalle acque il primo maggio.
Gli indagati erano tutti coinvolti nel caso di una tentata estorsione ai danni di un altro imprenditore ortofrutticolo di Alfonsine, in cui perse la vita un carabiniere ventitreenne, avvenuto solo qualche mese prima dell’omicidio di Minguzzi. Si tratta di un 54enne di origine siciliana, da tempo residente a Pavia; di un 55enne di Ascoli Piceno, carabiniere ad Alfonsine e di un idraulico di 62 anni.
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Pier Paolo Minguzzi: cadavere riesumato a luglio
La Procura di Ravenna, dopo aver riaperto il fascicolo dell’omicidio di Pier Paolo Minguzzi e aver iscritto tre individui nel registro degli indagati, ha disposto la riesumazione del cadavere. La squadra mobile si recherà il 25 luglio presso il cimitero di Alfonsine per il prelievo del feretro. L’incarico di analizzare l’eventuale presenza di tracce di dna sui resti della salma, è stato affidato al medico legale Giovanni Pierucci e al genetista Carlo Previderè.
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