Accadde oggi, 13 luglio: cronostoria della nascita della Polveriera Balcanica
La seconda metà del IX venne rappresentata da un sostanziale equilibrio di potenza tra le nazioni europee. Il suo promotore principale fu Otto Von Bismarck, cancelliere tedesco e principale fautore dell’unione della Germania. Dopo l’unificazione tedesca, il Cancelliere capì che non era possibile dominare l’Europa tramite l’utilizzo dello strumento bellico ma solamente tramite la politica e la potenza economica. Difatti grazie a mosse politiche il Cancelliere riuscì a far entrare la Prussia in guerra con la Francia nel 1870, aizzando i molteplici stati tedeschi e riunendoli sotto una stessa bandiera contro il dominio francese di Napoleone III.
La caduta di Napoleone III e le mire di “revanche” sulla Germania
La guerra Franco-Prussiana del 1870 scoppiò a seguito dell’intervento prussiano nella disputa per la successione al trono spagnolo ed a seguito degli eventi riassunti nel “Dispaccio di Ems” (un dispaccio di rinuncia da parte della Germania sulla Spagna ma presa come una provocazione la Francia, spinta dall’opinione pubblica, scese in campo) la guerra non poté essere evitata.
La sconfitta francese non solo portò alla caduta dell’Impero di Napoleone III ma creò all’interno della Francia una volontà di “revanche” nei confronti della Germania (volontà poi amplificata nelle scoppio della prima guerra mondiale). Al fine di raggiungere tale obiettivo l’unico alleato possibile per la Francia divenne la Russia. Solo insieme e unicamente prendendo la Germania su due fronti, il Reich sarebbe crollato.
Bismarck era consapevole che la Germania non sarebbe mai riuscita a vincere una guerra su due fronti, pertanto l’unica pratica possibile era quello di condurre una politica “pacifista” a guida tedesca nell’intera Europa. Purtroppo però gli interessi di ciascuna nazione sono sempre stati diversi, innanzitutto nell’Europa ottocentesca, e la Russia aveva degli interessi vitali da dover conseguire al più presto.
Il declino della Sublime Porta ed il disegno di espansione zarista
Il “grande malato d’Europa”, ovvero l’Impero Ottomano, era in subbuglio, le riforme del Sultano non funzionavano, il corpo dei giannizzeri (l’élite militare turca) era in rivolta, i territori dei Balcani erano fragili e la popolazione era troppo eterogenea per unirsi in un solo coro per tentare di bloccare una possibile invasione. Il momento era propizio per la Russia che sognava uno sbocco sul Mar Mediterraneo e voleva vendicare la sconfitta subita nella “guerra di Crimea”. I russi erano consci del fatto che la Gran Bretagna non sarebbe intervenuta immediatamente in difesa dell’agonizzante Impero Ottomano.
Nell’aprile del 1877 le truppe dello Zar Alessandro II varcarono i confini della Sublime porta. Il casus belli era la difesa degli slavi soggiogati dai turchi. Il principato di Romania, retto da Carlo I, sebbene ancora dipendente dalla Turchia, dichiarò guerra al Sultano. Le direttrici di espansioni dei due Stati erano diverse ma coincidevano per interessi. La Romania era desiderosa di ottenere la tanto agognata indipendenza e di espandersi verso i territori naturali della Romania, la Russia invece puntava al suo sbocco nel Mediterraneo e ad un controllo effettivo sulla città di Costantinopoli che avrebbe permesso allo Zar di far navigare per la prima volta navi militari russe nel Mediterraneo ed iniziare anche a concorrere sulla supremazia navale della Gran Bretagna. Gli interessi che collimavano tra i due Stati erano sostanzialmente il disprezzo verso i Turchi e la voglia di dimostrare all’Occidente che anche a Oriente esistevano forze considerevoli di cui tener conto.
Le iniziali vittorie delle forze congiunte russo-romene sbaragliarono completamente le forze ottomane che ripiegarono in direzione di Costantinopoli. La battaglia di Pleven, la più importante dell’intera guerra, aprì le porte della Balcania alle forze Zariste che iniziarono a muoversi in diverse direzioni e soprattutto verso Costantinopoli il quale venne posta sotto assedio.
L’intervento inglese mirato a difendere gli investimenti in Asia
La Gran Bretagna, preso atto di quello che comportava una tale vittoria russa contro l’Impero Ottomano, ovvero non solo la perdita di uno Stato amico che bloccava la minaccia russa nel Mar Mediterraneo, ma anche l’intera disgregazione dell’Impero che una simile sconfitta sicuramente avrebbe comportato – data la perdita della capitale storica dell’Impero e di controllo nei vasti territori della Sublime Porta – facendo così perdere agli inglesi gli ingenti investimenti spesi nell’Impero Ottomano. La flotta inglese intervenne prontamente e si fece trovare schierata nel Mar di Marmara pronta ad ingaggiare battaglia nell’eventualità di un’ulteriore avanzata turca. Lo Zar, desideroso di non ripetere un’altra sconfitta come quella in Crimea, decise di iniziare ad intavolare delle trattative di pace con il Sultano.
Accadde oggi, 13 luglio: l’abile ruolo di Bismark e i fragili equilibri balcanici
Il concerto europeo di cui Bismarck era promotore, e di cui se ne è parlato in precedenza, concerneva il fatto che in uno stesso campo d’interessa tra due Stati, entrambi avrebbero dovuto ricevere dei benefici o territori. Lo Zar Alessandro al corrente di tale politica prima di iniziare una guerra con l’Impero Ottomano aveva assicurato ad un altro Stato dei vantaggi nei Balcani nel caso in cui la guerra con i turchi ed una espansione russa in tale zona fosse accaduta. Tale Stato interlocutore della Russia era proprio l’Impero Austro-Ungarico di Francesco Giuseppe. L’Impero Austro-Ungarico puntava gli occhi sulla Bosnia ottomana non solo per la sua posizione vantaggiosa, ampliare la costa dell’Impero e spingere l’Austria-Ungheria nella sua corsa verso l’Egeo ma anche etnica, difatti come è noto l’Impero Austro-Ungarico era l’Impero Asburgico sceso ad un “compromesso” con la nobiltà ungherese la quale concesse all’Imperatore Francesco Giuseppe la corona storica di Santo Stefano, simbolo di dominio nell’intera Ungheria.
Una doppia monarchia quindi governava quel vasto territorio il quale però non era popolato da soli ungheresi e austriaci ma anche da popolazioni slave (ovviamente anche italiane, soprattutto nell’Istria, nel Friuli, nella Dalmazia e nel Trentino, ma dato il loro giudizio di popolo sabotatore non erano presi in considerazione e soprattutto erano in numero inferiore rispetto agli slavi dell’Impero presenti in Slovacchia, Boemia e Moravia etc..).
Uno dei progetti di riforma dell’Impero Austro-Ungarico era quello di includere nella doppia monarchia ungaro-tedesca anche gli slavi in modo tale da sedare i tentativi di rivolta contro l’Impero. L’Austria si sarebbe quindi trasformata in una tripla monarchia. Ovviamente, come è noto, la tripla monarchia non avvenne dopo l’annessione formale della Bosnia da parte dell’Impero del 1908 ma non è da escludere dato il fatto che l’erede al trono d’Austria Francesco Ferdinando – assassinato a Sarajevo il 28 giugno 1914 – era dell’idea che una tripla monarchia avrebbe salvato l’Impero dalla disgregazione e lo stesso Francesco Giuseppe insieme ai suoi collaboratori lo credevano ma non l’attuarono però fu una delle cause da tenere presente riguardo all’interesse austriaco in Bosnia.
La Pace di Santo Stefano che decretò l’indipendenza di Serbia e Montenegro
Tornando al 1878, la Russia trattò con l’Impero Ottomano la Pace di Santo Stefano. Tale pace impose alla Turchia la rinuncia a buona parte dei suoi possedimenti in Europa. Venne sancita l’indipendenza del Montenegro, della Serbia, della Romania e l’autonomia della Bulgaria. Quest’ultima, il cui territorio arrivava fino all’Egeo benché formalmente parte dell’Impero ottomano era considerata Protettorato russo. Tale trattato non solo escludeva l’Austria-Ungheria ma consegnava il Sangiaccato di Novi Pazar alla Serbia ed al Montenegro (in vista di una futura unione tra i due Stati promossa dalla Russia che avrebbe portato l’Impero Zarista ad affacciarsi anche sull’Adriatico) al quale l’Austria aspirava per la sua corsa verso l’Egeo. L’Austria insieme alla Gran Bretagna denunciarono il trattato in quanto esso sanciva l’influenza russa su tutta l’area Balcanica grazie alla creazione di Stati Fantoccio/Burattini russi per tutta la Penisola. Con la pace di Santo Stefano la Russia si inimicò i due Stati in quanto non solo aveva escluso l’Austria dall’espansione territoriale promessagli ma aveva completamente estromesso Gran Bretagna e Impero Austro Ungarico nell’esercitare anche un minimo di influenza nell’area.
L’intervento tedesco per decretare il destino dei Balcani
Per tentare di sedare gli animi sempre più vicini ad una guerra tra Russia, Gran Bretagna e Austria-Ungheria intervenne il Cancelliere tedesco Bismarck il quale chiamò i regnanti d’Europa per riunirsi in un Congresso nel quale si sarebbe deciso il destino dei Balcani.
Il Congresso di Berlino sancì un nuovo trattato, il trattato di Berlino che moderò i termini e gli accordi stabiliti a Santo Stefano. Innanzitutto, la Bulgaria venne ridimensionata e divisa in due, Bulgaria e Rumelia Orientale. Una indipendente ma con stazionamento di truppe russe all’interno della Bulgaria ed una sotto il controllo turco ovvero la Rumelia Orientale. La Romania vide la perdita della Dobrugia che gli era stata consegnata a Santo Stefano dai Russi e che ora veniva ceduta ai Russi stessi. La Serbia ed il Montenegro vennero anch’essi ridimensionati e non confinarono più. La Bosnia venne posta sotto protettorato austro-ungarico ma ufficialmente ancora considerata come territorio turco. Anche la Grecia partecipò alla conferenza e le venne consegnata la Tessaglia. Persino una delegazione italiana venne inviata a Berlino e nella quale il delegato italiano cercò di far prevalere le intenzioni coloniali italiani verso la Tunisia e per la prima volta il ministro inglese propose all’Italia la Tripolitania, non ancora obiettivo coloniale italiano.
Le Conseguenze del Congresso di Berlino
Il trattato venne firmato da tutti i partecipanti al Congresso e fu considerato un successo per la Germania che riuscì ad aumentare il proprio prestigio e la propria influenza nell’intera Europa. Anche in Inghilterra, il trattato venne considerato come una vittoria dato il fatto che gli interessi inglesi in Turchia non erano mutati. La Russia reagì pesantemente al trattato. I rapporti tra Germania e Russia iniziarono a diventare sempre più freddi tanto che l’Impero Zarista iniziò a scivolare lentamente verso le braccia della Francia.
Accadde l’11 luglio 1982, l’Italia è campione del mondo per la terza volta
Accadde oggi: il Congresso di Berlino si chiuse il 13 luglio 1878
Per gli Stati più potenti d’Europa il Trattato venne salutato come un successo ma per gli Stati Balcanci la reazione fu diversa.
La Serbia, inizialmente schierata a favore della Russia, dopo il disegno di costituzione di una “Grande Bulgaria” piuttosto che di una “Grande Serbia”, decise di farsi rappresentare al Congresso di Berlino dall’Austria Ungheria. Difatti, dopo il Congresso l’Austria iniziò a investire massicciamente in Serbia portando ad una interdipendenza economica della stessa Serbia verso l’Austria e portò anche a vari trattati d’amicizia tra i due. Difatti, alla Serbia per il momento non sembrava neanche interessata al fatto che il Sangiaccato di Novi Pazar era in mano austriaca e che tale possedimento austriaco impediva un’unione con il Montenegro.
L’amicizia tra i due popoli si manifestò anche dopo lo scoppio della guerra bulgaro-serba causata dalla conseguente annessione della Rumelia Orientale da parte della Bulgaria nel 1885 ed in cui l’Austria scese in campo a favore dei Serbi. Solamente dopo l’annessione della Bosnia da parte Austriaca, la Serbia si sentì tradita e minacciata dall’Austria spingendosi verso la protezione russa mentre la Bulgaria verso l’Austria-Ungheria.
La Romania dal canto suo invece si sentì tradita e decise di intraprendere dei legami con la Germania che furono visibili quando, durante la seconda guerra balcanica del 1913, il Reich prese le parti dello Stato romeno in guerra contro la Bulgaria e costrinse la stessa Austria, alleata della Bulgaria dopo il 1908, a supportare gli interessi romeni. Infine, la Bulgaria tradita dall’Occidente si spinse verso l’amicizia con la Russia, unico Stato ai suoi occhi volenterosa di portarla all’indipendenza anche se poi nella Prima Guerra Mondiale furono nemici.
In conclusione, il Congresso di Berlino mise in mostra l’isolamento dell’Austria-Ungheria la quale iniziò ad indirizzarsi verso un’alleanza con la Germania, che aveva oramai perso un amico importante a San Pietroburgo a causa delle trattative considerate insoddisfacenti, dando vita così nel 1879 alla Duplice Intesa nella quale poco tempo più tardi entrerà anche l’Italia (dopo il famoso “Schiaffo di Tunisi”) creando così la Triplice Alleanza.
Accadde oggi, 13 luglio: la miccia della Polveriera
Il Congresso di Berlino, terminato il 13 luglio 1878, aprì la strada agli eventi esplosi successivamente, i quali diedero alla regione Balcanica il soprannome di “Polveriera”.