Decreto dignità: testo firmato da Mattarella, lunedì in Gazzetta?
Decreto dignità: testo firmato da Mattarella, lunedì in Gazzetta?
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha apposto la firma sul decreto dignità. Dunque, dopo l’ok ricevuto anche dalla Ragioneria dello Stato (che lo ha scandagliato sulle coperture), si attende ora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Probabile già lunedì prossimo.
Giorno dal quale scatterebbe, di conseguenza, il termine di 2 mesi entro i quali il Parlamento deve approvare le nuove norme per renderle ufficialmente legge dello Stato. In caso contrario, tutto tornerebbe come prima su contratti a termine, gioco d’azzardo, delocalizzazioni, spesometro e redditometro. Ossia le tematiche affrontate dal decreto dignità.
Un passaggio, quello alla Camera e al Senato, che quasi sicuramente porterà delle modifiche al testo. Già annunciata quella riguardante la reintroduzione dei voucher nei settori agricoltura e turismo, dopo il pressing della Lega sul Movimento 5 Stelle. Inoltre, a differenza della prima stesura del decreto, il governo ha cancellato la reintroduzione delle causali relativa alla proroga dei contratti a termine e di subordinazione degli stagionali.
Decreto dignità: le parole di Di Maio
Sul punto in questione, l’intervento del Ministro di Lavoro e Sviluppo Economico Luigi Di Maio, principale fautore del decreto: “Gira una fake news secondo cui avrei mollato sulle causali – ha incalzato il vicepresidente del Consiglio intercettato dall’agenzia Ansa a margine di un’assemblea Coldiretti – ma gli stagionali non hanno mai avuto le causali”. Di Maio, inoltre, ha specificato che, proprio le stesse casuali, restano reintrodotte per le altre tipologie di contratti a tempo determinato e di somministrazione.
Costi per le imprese e coperture
Le nuove norme, aumentando di fatto il ‘prezzo’ contributivo per i rinnovi dei contratti a termine, costeranno alle imprese, stando alle stime, circa 17 milioni di euro in più per il solo 2018. Cifra che dovrebbe salire, per tutto il 2019, a 136 milioni di euro. Considerando, inoltre, la finestra 2017-2020, i milioni in più sarebbero addirittura 220.
Conti su cui, comunque, l’INPS vigilerà costantemente. Attuando puntuali verifiche trimestrali. Un modo per monitorare gli effetti delle novità introdotte dal decreto dignità.
Inoltre, per controbilanciare i maggiori oneri descritti, la maggioranza Lega-5 Stelle sembrerebbe intenzionata a promuovere, durante l’iter parlamentare, l’introduzione di nuovi incentivi per favorire la stipula dei contratti a tempo indeterminato. Come? Con l’abbassamento del cuneo fiscale (in un primo momento solo per determinati settori). E attraverso maggiori fondi ministeriali dal MEF su interventi di ristrutturazione economica.
Per far fronte, invece, al minor gettito previsto dalla riduzione sugli incassi dell’IVA generati da alcune misure del decreto, l’esecutivo aumenterà nell’immediato le tasse sui giochi. In particolare, su slot e video-lotteries, salirà il cosiddetto Preu (Prelievo Erariale Unico). Rispettivamente al 19,25% e al 6,25% dal 1° settembre 2018. Percentuali che, da maggio 2019, subiranno un ulteriore +0,25%.
Il decreto dignità: le novità
Stretta sui contratti a termine – Limite massimo dei rinnovi passa da 36 mesi a 24. Ogni proroga (dalla seconda) costerà un +0,5% di contributi a carico dell’impresa. In più, aumentata anche l’indennità per licenziamento senza giusta causa: da 24 si passerà a 36 indennità mensili.
Reintroduzione causali – Gli imprenditori dovranno giustificare di nuovo le motivazioni per cui intendono rinnovare il contratto a termine (in luogo di un indeterminato): queste le casuali. Causali obbligatorie che il governo, rispetto alla prima stesura del testo, ha stracciato per quanto riguarda i lavoratori stagionali.
Delocalizzazioni – Le aziende beneficiarie di un aiuto di stato, ma che delocalizzano la produzione fiori dall’Italia entro 5 anni dal ricevimento del beneficio stesso, dovranno pagare una multa che andrà da 2 a 4 volte il contributo. Benefici, inoltre, revocati anche in caso di licenziamenti, laddove fosse presente uno studio sull’impatto occupazionale.
Stop pubblicità del gioco d’azzardo – Divieto assoluto di pubblicità per il gioco d’azzardo dal 2019 (tranne per i contratti già in essere). Via anche i soli banner in sovraimpressione. A chi non rispetta questi divieti toccheranno sanzioni del 5% del valore della sponsorizzazione (comunque con un minimo fissato di 50mila euro). In più, per i concessionari, ci sarà l’aumento del Preu già spiegato sopra.
Spesometro e split payment – Il Governo abolirà la trattenuta diretta dell’Iva, ma soltanto per i professionisti.