Ddl Senato, votazioni riprenderanno lunedì Ma continua il dibattito sulle riforme
La decisione dei capigruppo ha approvato la decisione di fissare a lunedì la nuova seduta per le votazioni sul ddl Boschi di riforma del Senato. Salta quindi la seduta di domenica, tra le proteste dell’opposizione, a causa della decisione presa a maggioranza. Diverse urla dai banchi del M5S durante la votazione, al grido di “Vergogna, vergogna!”
GRILLO IN PIAZZA – La china presa dalle riforme non piace a Beppe Grillo: “Se la maggioranza degli italiani vuole Renzi, Napolitano e la triplice europea non posso fare niente, solo una rivoluzione culturale: proponiamo il Parlamento in piazza contro la farsa di Palazzo”. Beppe Grillo rilancia quindi la proposta del Parlamento in piazza, dopo aver proposto l’abbandono delle Camere da parte dei parlamentari del M5S in causa di approvazione della riforma del Senato, la madre delle riforme. E, parlando a Palau con i giornalisti – prima di imbarcarsi per la Maddalena – Grillo aggiunge: “O si riforma seriamente la legge elettorale o si va subito a votare. E se gli italiani sosterranno ancora loro, diremo che loro hanno ragione e che io ho sbagliato per tutta la vita”.
RIFORME, LEGA PRONTA AL DIALOGO – “Il nostro no al nuovo Senato non è come quello di Grillo, se Renzi dovesse scendere dal trono ed accogliere qualche nostra proposta in materia economica, noi ci saremo e potremmo anche tornare a Palazzo Madama”. Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, in un’intervista concessa al quotidiano ‘Repubblica’ apre al premier, all’indomani della protesta “aventiniana” da parte della Lega. Ma sulle riforme, in particolare sul ddl Senato, mantiene la durezza: “quello che accade in Senato è surreale. Ci si accapiglia sulla nuova composizione dell’Assemblea e sulla legge elettorale, ma queste cose non cambiano certo la vita della gente. Il problema vero è la disoccupazione”. E non nega che la protesta possa durare, “a meno che Renzi non ci stupisca”. Da qui alcune proposte lanciate a Renzi: “Lo sfido ad accogliere una proposta sulla quale sarebbe d’accordo la totalità dei sindaci del Pd: basta col patto di stabilità, tolga dalla Costituzione il vincolo di bilancio per i Comuni. E rinunci a innalzare a 800mila il numero di firme necessario per chiedere i referendum abrogativi”.
RIFORME, ANCHE FI DISPONIBILE – Mentre Salvini conferma l’esistenza di una rottura forse insanabile con Berlusconi, la forzista Maria Stella Gelmini dichiara la disponibilità del suo partito ad aiutare Renzi su determinati provvedimenti. “Se Renzi a settembre proponesse provvedimenti di chiara impronta liberale, noi di Forza Italia siamo pronti a votarli”, dichiara la Gelmini a ‘La Stampa’. Ma poi aggiunge: “Ma non credo che questo accadrà”. Ciò che serve al Paese, secondo l’ex ministro, è un forte choc economico. E si dichiara convinta della necessità di una manovra economica correttiva, che sarà l’occasione per “trovare il coraggio di tagliare finalmente la spesa pubblica. Da questo punto di vista Cottarelli ha ragione da vendere”. E se sull’Italicum e la possibilità di introdurre le preferenze Gelmini dichiara che FI non ha “ceduto un bel niente”, profilo basso sulla previsione di Maria Rosaria Rossi di “un Berlusconi” quale prossimo candidato alle elezioni per il centrodestra: “è meglio evitare di ritirare nuovamente per la giacchetta Marina o Piersilvio. E poi chi lo ha detto che tra qualche tempo non potrà essere lo stesso Silvio Berlusconi a candidarsi?”