Busta paga e rimborso 730 Irpef: come controllare se il conguaglio è esatto
Busta paga, cedolino stipendio o prospetto paga; tanti nomi per lo stesso documento ufficiale che il datore di lavoro consegna ogni mese al lavoratore dove si indica l’importo della retribuzione. In essa non solo lo stipendio corrisposto al dipendente (cifra al lordo e al netto) ma anche una serie di voci riguardanti le trattenute, i contributi e le qualifiche e così via.
Busta paga e rimborso 730 Irpef: come controllare se il conguaglio è esatto
Se il contribuente è in credito o in debito nei confronti del fisco in seguito alla compilazione del 730, potrà ricevere il conguaglio IRPEF, appunto, in busta paga o sulla pensione. A seconda, appunto, che si parli di un lavoratore dipendente o di un pensionato. Invece, tanto per fare un esempio, i disoccupati in Naspi ricevono il conguaglio IRPEF direttamente dall’Inps. In pratica, se un lavoratore dipendente o un pensionato pagano più tasse di quelle che gli spettano riceveranno il conguaglio attraverso la busta paga o la pensione; stessa cosa nel caso in cui ne abbiano pagate di meno. Infatti, il rimborso o l’accredito avverrà attraverso il sostituto d’imposta, cioè il datore di lavoro o l’istituto previdenziale. Scadenza prevista per il conguaglio, si tratti di accredito o addebito: luglio, per i lavoratori; agosto, per i pensionati.
Come si controlla se l’importo del conguaglio è corretto? Al termine della dichiarazione dei redditi, il contribuente visionerà l’esito della liquidazione; proprio in esso è riportata la cifra da ricevere dal sostituto d’imposta o dall’Inps oppure la cifra che verrà accreditata in busta paga o sulla pensione. Quindi, basterà confrontare questa cifra con quella trattenuta – o accreditata – in busta paga o sulla pensione (potrebbe trattarsi della somma di più rate).