Tfr e liquidazione: anticipo in busta paga è possibile, come richiederlo
Tfr e liquidazione: anticipo in busta paga è possibile, come richiederlo.
Busta paga e anticipo Tfr, le norme
Stop al Tfr in busta paga dal 1° luglio 2018. Addio Alla Qu.I.R., insomma, ma è un addio indolore, soprattutto per tutti quei lavoratori che percepiscono una retribuzione annua lorda oltre i 20 mila euro. Il regime sperimentale del Tfr spalmato in busta paga ha fallito, anche sotto l’aspetto delle richieste. Dati alla mano, solo 387 mila lavoratori hanno aderito. Ma il risultato non è stato tra i più convenienti, sotto il profilo economico. E dunque ciò ha portato alla conclusione del regime sperimentale e di conseguenza al ritorno “alle origini”. Una condizione che comunque implica la possibilità di richiedere il Tfr anticipato, ma solo per alcune condizioni, che adesso andremo a riepilogare.
Tfr anticipato: quando è possibile richiederlo
Cominciamo dai riferimenti normativi. E quindi dall’articolo 2120 del Codice Civile, che ci parla di come richiedere il Tfr anticipato. Il prestatore di lavoro dovrà avere almeno 8 anni di servizio presso la stessa azienda. In questo caso potrà richiedere il trattamento anticipato, laddove per anticipazione si intende una quota che non sia superiore al 70% sul totale a cui avrebbe diritto in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Le richieste vengono soddisfatte ogni anno, ma solo entro alcuni limiti. Del 10% degli aventi diritto e parimenti del 4% del numero totale dei dipendenti. Il Tfr anticipato si può chiedere solo se si hanno specifiche necessità. Ovvero:
- Spese sanitarie per terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle competenti strutture pubbliche;
- Acquisto prima casa di abitazione, per sé o per i figli; previa presentazione dell’atto notarile.
Si precisa inoltre che l’anticipazione potrà essere ottenuta solamente una volta nel corso del rapporto di lavoro e ovviamente sarà detratta dalla quota finale spettante.
Anche l’ultima parte di questo articolo è importante da sottolineare. Poiché prevede che “condizioni di miglior favore possono essere previste dai contratti collettivi o da patti individuali”. Infatti, “i contratti collettivi possono altresì stabilire criteri di priorità per l’accoglimento delle richieste di anticipazione”.
Altri due aspetti per cui è possibile richiedere il Tfr anticipato riguardano le spese per l’astensione facoltativa per maternità e per il congedo per la formazione professionale.
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Tfr anticipato: l’azienda può negarlo?
Le aziende possono anche negare il Tfr anticipato in alcuni casi particolari. Come abbiamo visto sopra, le richieste soddisfatte non devono superare il 10% degli aventi diritto e il 4% del numero totale dei dipendenti ogni anno. Proprio questo calcolo percentuale (10% e 4%) di fatto esentano dall’obbligo di corrispondere il Tfr anticipato alle aziende con meno di 25 dipendenti. Ciò significa che queste aziende può accettare la richiesta di Tfr anticipato, ma sono anche libere di non farlo. Dunque conviene fare appello agli accordi comuni e ai patti individuali di cui sopra per avere condizioni di miglior favore.
In caso di aziende con dipendenti superiori a 25 unità, l’accettazione del trattamento di fine rapporto sarà fatta a seconda della cronologia delle richieste; e non dunque a discrezione della scelta del datore di lavoro. Esentate dall’obbligo di corrispondere il Tfr anticipato anche le aziende in crisi (accertata) e in CIGS.