Criminalità organizzata, la mappa della diffusione in Italia
Criminalità organizzata, la mappa della diffusione in Italia
Come ogni anno ieri è stato ricordato l’omicidio del giudice Borsellino il 19 luglio del 1992, durante un periodo di intensa attività della mafia siciliana. Era l’anno della strage di Capaci, nel 1993 verranno quelle di Firenze e Milano. Sembra passato moltissimo tempo, oggi la ‘ndrangheta sembra essere divenuta più potente, anche se usa metodi molto differenti, rifuggendo quando possibile la violenza a favore della corruzione. Mentre la camorra continua a insanguinare il napoletano.
Ma come si dividono il territorio le tre mafie e la Sacra Corona Unita pugliese e le altre minori?
Ce lo mostra una mappa della Treccani che divide l’Italia in base alla presenza dell’organizzazione criminale.
Come si può vedere in alcuni casi la penetrazione al Nord ha raggiunto livelli anche superiore a quella in altre regioni del Mezzogiorno, come la Sardegna, che appare in parte immune.
Criminalità organizzata, l’influenza della ndrangheta in Emilia, Piemonte, Liguria
Cosa Nostra non appare aver penetrato il resto d’Italia in modo così profondo come altre organizzazioni. Dalla Sicilia, in cui la presenza è naturalmente pervasiva, è attiva soprattutto nel Lazio e nell’aquilano, e poi nel modenese, nel bresciano, in parte in provincia di Genova.
Più attiva fuori dal proprio territorio la camorra. Che essendo molto presente in tutta la Campania, nel Sud del Lazio e dell’Abruzzo, ha allungato i tentacoli anche in Toscana, Umbria, Emilia Romagna, con picchi nel bresciano, nel ferrarese, in maremma. Mentre è assente nel resto del Sud.
Dove chiaramente non fa concorrenza alle altre organizzazioni criminali.
Come la ‘Ndrangheta, che in alcune aree del Nord è più presente che nel cosentino, per esempio. Tra Parma e Reggio Emilia, nelle aree alpine piemontesi, in Liguria, in Valle d’Aosta è radicatissima, più di ogni altra mafia.
In confronto la Sacra Corona Unita appare poca cosa. Al di fuori della Puglia agisce solo nell’Aquilano, nel bresciano e in poche altre terre.
Le organizzazioni minori sono piuttosto sparse, dai basilischi in Basilicata alla mafia del Brenta nel Veneto.
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