Contributi Inps 2018: badanti e colf, stop all’aumento nel Decreto dignità
Contributi Inps 2018: badanti e colf, stop all’aumento nel Decreto dignità
Ancora problemi per il Decreto Dignità. Il primo provvedimento battezzato dalla maggioranza giallo-verde prevede un aumento sui contributi dei collaboratori domestici: i datori di lavoro di colf e badanti potrebbero dover pagare 160 euro in più all’anno; altre stime, invece, parlano di 200 euro in più all’anno. Solo indiscrezioni al momento; tuttavia, sembra proprio che il governo stia preparando la marcia indietro. L’unico modo per intervenire sarebbe quello di escludere il settore domestico dagli aumenti contributivi previsti per i rinnovi dei contratti a tempo determinato.
Contributi Inps 2018: badanti e colf, stop all’aumento nel Decreto dignità
Il Decreto Dignità prevede – partendo dall’1,4% – un aumento dei contributi dello 0,5% per ogni rinnovo contrattuale. Soltanto la pubblica amministrazione non sarà sottoposta al vincolo mentre riguarderà ogni genere di azienda. D’altra parte, denuncia Assindatcolf, non si possono trattare allo stesso modo imprese e famiglie. In una nota l’Associazione dei datori di lavoro del settore domestico precisa che “in un settore in cui le agevolazioni fiscali per chi ricorre a un regolare contratto sono pressoché inesistenti un ulteriore aggravio dei costi a carico delle famiglie risulterebbe intollerabile ma anche incomprensibile”. Infatti “nel settore domestico non esiste un problema di abuso dello strumento del contratto a tempo determinato; venendo utilizzato in percentuale molto bassa rispetto a quello a indeterminato”.
Detto ciò, Luigi Di Maio è pronto a correre ai ripari. Le modifiche riguardanti il settore domestico e non solo confluiranno in quello che è già stato ribattezzato Decreto Dignità 2.0. Dunque, innanzitutto, voucher: verranno ammessi in alcuni settori (agricoltura e turismo) e per alcune categorie di lavoratori (pensionati e studenti). Poi regime transitorio che permetterà alle imprese di rinnovare i contratti senza causale oltre i 12 mesi. Inoltre, sgravi per le assunzioni di giovani under 35, soprattutto, al sud.